Coinvolgimento di Shell nell’esecuzione di attivisti nigeriani: a giorni la sentenza

30 Aprile 2019

@Amnesty International

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Un tribunale olandese emetterà il 1° maggio il verdetto nel processo in cui il gigante petrolifero Shell è accusato di aver istigato una serie di orribili violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità nigeriane contro il popolo ogoni.

Esther Kiobel, Victoria Bera, Blessing Eawo e Charity Levula hanno citato in giudizio Shell per il suo presunto ruolo nell’arresto illegale, nella detenzione e nell’esecuzione dei loro mariti, nel 1995, al termine di una brutale campagna repressiva del regime militare nigeriano nei confronti degli ogoni che protestavano contro il devastante inquinamento prodotto da Shell negli anni Novanta.

Speriamo che questa sentenza segni un importante passo verso la giustizia per i ‘nove ogoni’”, ha dichiarato Mark Dummett, direttore del programma Affari economici e diritti umani di Amnesty International.

Le vedove ricorrenti ritengono che i loro mariti oggi sarebbero ancora vivi se Shell non avesse cercato a tutti i costi il profitto incoraggiando la sanguinosa repressione del governo nigeriano contro i manifestanti, pur sapendo i costi umani che essa avrebbe causato”, ha aggiunto Dummett.

Nonostante le numerose prove a suo carico, Shell è riuscita per anni a evitare la giustizia. La sentenza in arrivo potrebbe significare davvero molto per chi nel mondo è stato danneggiato dall’avidità e dall’irresponsabilità delle compagnie globali e lotta per chiamarle a rispondere del loro operato in tribunale”, ha commentato Dummett.

Esther Kiobel e Victoria Bera saranno presenti, insieme a rappresentanti di Amnesty International, al Tribunale distrettuale dell’Aia.

Portare in giudizio una potente multinazionale per i danni causati all’estero è stato un procedimento estremamente lungo. Già nel 2002 Esther Kiobel aveva denunciato Shell a un tribunale di New York per sentirsi rispondere dalla Corte suprema, 11 anni dopo, che gli Usa non avevano giurisdizione sul caso: in altre parole, un tribunale statunitense non avrebbe mai potuto esaminare il merito delle accuse contro Shell.

I “nove ogoni”

Amnesty International ha documentato in modo indipendente il ruolo di Shell nelle uccisioni, negli stupri e nelle torture di cui si rese responsabile il governo nigeriano nel tentativo di reprimere le proteste degli ogoni.

Barinem Kiobel, Baribor Bera, Nordu Eawo e Paul Levula vennero impiccati nel 1995 al termine di un processo irregolare. Le loro vedove chiedono a Shell un risarcimento e scuse pubbliche per il ruolo avuto in quegli avvenimenti.

Altri cinque ogoni, tra cui lo scrittore e leader delle proteste Ken Saro-Wiwa, vennero impiccati insieme a loro. Sono conosciuti come “i nove ogoni”.

Le ricorrenti accusano Shell di aver avuto un ruolo nell’arresto illegale e nella detenzione dei loro mariti, nella violazione del diritto di questi ultimi all’integrità fisica, a un processo equo e alla vita e nella violazione del diritto delle une e degli altri alla vita familiare.

Amnesty International ha affiancato Esther Kiobel nella presentazione della denuncia a un tribunale olandese nel 2017, descrivendo in modo dettagliato il ruolo di Shell in un rapporto intitolato “Sul banco degli imputati”.

Le ricorrenti chiedono al tribunale di obbligare Shell a mettere a disposizione oltre 100.000 documenti interni rimasti riservati dal 2002 al 2013 durante il procedimento negli Usa, considerati cruciali.

Per informazioni sulla lotta di Esther Kiobel per la giustizia: One Woman Vs Shell.

Roma, 29 aprile 2019

Per interviste:

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