Colombia: fermare gli omicidi e la persecuzione dei sindacalisti!

30 Aprile 2006

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Amnesty International chiede alla Colombia di fermare gli omicidi e la persecuzione dei sindacalisti

CS44-2006:01/05/2006

Quarant’anni di conflitto armato in Colombia hanno avuto un effetto catastrofico sulla popolazione civile del paese. Prese in trappola tra le forze di sicurezza, colluse e sostenute dai paramilitari, e i gruppi armati di opposizione, decine di migliaia di persone sono state uccise, torturate, sequestrate o fatte sparire e a milioni sono state costrette a lasciare le proprie terre.

Il movimento sindacale colombiano non solo è impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori e contro le privatizzazioni, ma è anche in prima linea nella lotta per i diritti umani e per la giustizia sociale. Per questo motivo, i dirigenti e gli attivisti sindacali sono un obiettivo primario della violenza e vengono accusati dalle forze di sicurezza e dai paralimitari loro alleati di ‘attività rivoluzionarie’. Anche i gruppi armati di opposizione, come le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), si sono resi responsabili di abusi contro di loro.

Dal 2000, sono stati assassinati 750 sindacalisti e un altro centinaio sono ‘scomparsi’. Solo nel 2005, 73 sono ‘scomparsi’ o sono stati uccisi e più di 200 hanno ricevuto minacce di morte. Uno dei casi più recenti è quello di Héctor Diaz Serrano, esponente del settore petrolifero dell’Unione sindacale operaia, ucciso il 2 marzo di quest’anno mentre si stava recando al lavoro.

Negli ultimi anni, Amnesty International ha documentato molti casi di arresti arbitrari ai danni di sindacalisti e altri attivisti sociali e per i diritti umani, eseguiti sulla sola base di prove fornite da informatori pagati dalle forze armate e non al termine di indagini imparziali dell’autorità giudiziaria. Molti degli arrestati sono stati in seguito scarcerati per mancanza d’indizi, ma in alcuni casi sono stati minacciati di morte o assassinati poco dopo essere stati rimessi in libertà. Amnesty International ritiene che le forze di sicurezza stiano volutamente delegittimando il lavoro dei sindacalisti, screditandoli attraverso procedimenti giudiziari o con attacchi diretti nei loro confronti, spesso compiuti dai paramilitari.

In occasione della Giornata internazionale del lavoro, Amnesty International vuole onorare la lotta e l’impegno dei sindacalisti colombiani, denunciando in particolare la situazione del dipartimento di Arauca, una zona ricca di petrolio nel nord-est del paese. In questo dipartimento, Samuel Morales e Raquel Castro sono stati arrestati il 5 agosto 2004 e incriminati per ribellione nel gennaio successivo. Durante l’operazione militare che ha condotto al loro arresto, altri tre sindacalisti – Héctor Alirio Martinez, Leonel Goyeneche e Jorge Prieto – sono stati assassinati.

Come emerso successivamente, Martinez, Goyeneche e Prieto sono stati prelevati da un’abitazione e uccisi dai soldati con un colpo alla schiena. La versione dell’esercito, secondo cui i tre sindacalisti avevano aperto il fuoco contro i militari, si è rivelata falsa. Quattro soldati e un civile sono stati incriminati per il triplice omicidio.

Raquel Castro fa parte dell’Associazione degli insegnanti di Arauca, i cui dirigenti ed esponenti sono di frequente presi di mira dall’esercito e dai paramilitari attraverso minacce di morte e arresti arbitrari. Samuel Morales, ex insegnante, è il segretario regionale della Confederazione dei sindacati colombiani. Nel corso della detenzione, lo stesso Morales e i suoi familiari sono stati minacciati di morte.

Amnesty International teme che l’arresto di Raquel Castro e Samuel Morales faccia parte di una strategia paramilitare per delegittimare l’ammirevole lavoro dei sindacalisti, dei difensori dei diritti umani e di altri attivisti sociali del dipartimento di Arauca. Anche se venissero scarcerati, i due sindacalisti potrebbero comunque rimanere in pericolo di vita.

Solo un’azione decisiva per portare di fronte alla giustizia i responsabili delle violazioni dei diritti umani ai danni dei sindacalisti potrà cambiare le cose. Attualmente, la percentuale d’impunità in casi del genere si aggira intorno al 90%.

Amnesty International chiede al movimento sindacale di continuare a manifestare solidarietà ai colleghi colombiani e di fare pressione sui propri governi affinché le autorità colombiane prendano le misure necessarie per porre fine alle uccisioni e alla persecuzione dei sindacalisti.

FINE DEL COMUNICATO                                              Roma, 1° maggio 2006

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