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In occasione del 13° mese dall’uccisione di Giulio Regeni e in vista della riunione dei ministri degli Affari esteri dell’Unione europea che si terrà a Bruxelles il 6 marzo, il direttore di Amnesty International Italia Gianni Rufini ha scritto al ministro degli Affari esteri Angelino Alfano auspicando che in tale sede vengano prese seriamente in considerazione le numerose preoccupazioni riguardanti la situazione dei diritti umani in Egitto.
Tra queste preoccupazioni, vi è la repressione nei confronti della società civile egiziana. L’inchiesta in corso dal 2011 ha sin qui determinato la chiusura degli uffici di importanti organizzazioni non governative locali, il congelamento dei conti bancari di alcune associazioni e di quelli dei relativi dirigenti e una lunga serie di divieti di viaggiare all’estero.
Amnesty International Italia chiede, in particolare, al ministro Alfano di sollecitare l’Unione europea a pretendere che il presidente Abdel Fattah al-Sisi non firmi la nuova legge sulle associazioni approvata dal parlamento, poiché è in contrasto con la costituzione egiziana e il diritto internazionale, nonché di far cadere tutte le accuse relative al finanziamento straniero delle ong, ritirando tutte le restrizioni di viaggio dei difensori dei diritti umani e dei membri delle ong coinvolti nel caso.
Le sparizioni, le torture e le esecuzioni extragiudiziali sono all’ordine del giorno. È fondamentale, per Amnesty International, che le autorità del Cairo pongano fine a queste gravi violazioni dei diritti umani e sottopongano a processo i pubblici funzionari che se ne sono resi responsabili.
La libertà di riunione pacifica e di espressione sono fortemente penalizzate. I giornalisti in carcere per aver svolto il loro lavoro e i manifestanti che hanno sfidato in forma pacifica la drastica legge sulle proteste dovrebbero essere rilasciati e le norme in contrasto con gli standard internazionali, compresa la legge sulla stampa, dovrebbero essere modificate.
In tema di rifugiati e migranti, Amnesty International chiede al ministro degli Affari esteri italiano di sollecitare l’Unione europea a pretendere che le autorità egiziane garantiscano che le vittime di traffico di esseri umani siano protette dal refoulement e non possano essere accusate di reati quali quello di “ingresso illegale nel paese”, attualmente presente nell’ordinamento egiziano; assicurino che tutti i richiedenti asilo detenuti possano entrare in contatto con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati e possano fare domanda di protezione internazionale; modifichino la legge sul contrasto dell’immigrazione “illegale” per garantire che sia in linea con gli obblighi internazionali dell’Egitto in materia di rifugiati.
Nella sua lettera al ministro Alfano, Rufini ha infine ricordato che, a oltre un anno dalla scomparsa, dalla tortura e dall’uccisione di Giulio Regeni, ancora nessuno è stato incriminato per tale feroce delitto. Amnesty International e moltissimi cittadini italiani continuano a chiedere al governo italiano di impegnarsi affinché non cada il silenzio su questa tragica vicenda, esercitando tutti gli strumenti di pressione disponibili per ottenere piena collaborazione da parte dalle autorità egiziane sulla ricerca della verità.
Il vertice del 6 marzo, ha concluso Rufini, costituisce “un’ottima occasione per portare la discussione sull’uccisione di Giulio Regeni sul piano europeo e per sollecitare una risposta di politica estera comune alle gravissime violazioni dei diritti umani attualmente in corso in Egitto”.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 marzo 2017
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