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Amnesty International oggi si è congratulata con i primi membri eletti del Consiglio per i diritti umani, dichiarando che ‘ogni membro ha il dovere di garantire che il Consiglio sia forte ed efficace e dia la migliore protezione possibile alle vittime delle violazioni dei diritti umani in tutto il mondo’.
I membri del nuovo Consiglio hanno la responsabilità di dare vita a strutture e procedure che consentano di aprire una nuova fase nell’azione dell’Onu per promuovere e proteggere tutti i diritti umani in tutti i paesi, accantonando le vecchie pratiche di selettività, doppi standard e politicizzazione eccessiva.
Tutti gli eletti hanno pubblicamente detto come intenderanno lavorare nel Consiglio e come si impegneranno in direzione di una maggiore promozione e protezione dei diritti umani a livello nazionale e internazionale. Amnesty International apprezza queste dichiarazioni e chiede a tutti di metterle in atto.
Alcuni Stati eletti sono coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani e in passato non hanno cooperato pienamente con i meccanismi sui diritti umani istituiti dalla precedente Commissione per i diritti umani. Secondo Amnesty International, ora questi Stati devono migliorare il loro operato in tema di diritti umani e ottemperare ai loro precisi obblighi di rispettare i più alti standard nella promozione e protezione dei diritti umani, come richiesto loro dalla Risoluzione 60/251, che ha istituito il Consiglio. Le organizzazioni per i diritti umani monitoreranno se e come queste promesse saranno tradotte in realtà.
Amnesty International sottolinea inoltre che queste sono state le prime elezioni di un organismo delle Nazioni Unite con la maggioranza assoluta richiesta dei voti dell’Assemblea Generale: ogni nuovo membro del Consiglio ha dovuto ottenere almeno 96 voti a favore. Un ulteriore passo avanti rispetto alle procedure del passato è che, per la prima volta, la situazione dei diritti umani nei paesi dei candidati e gli impegni annunciati pubblicamente da questi ultimi, hanno avuto un peso importante nelle elezioni, come richiesto dalla Risoluzione. È particolarmente incoraggiante che tutti i paesi candidati abbiano espresso le loro intenzioni e annunciato pubblicamente impegni su temi quali:
ratificare i trattati in materia di diritti umani;
invitare gli esperti indipendenti dell’Onu e le Procedure Speciali;
rafforzare le istituzioni nazionali.
Molti paesi hanno anche annunciato la propria candidatura 30 giorni prima della data delle elezioni e quattro regioni su cinque, eccetto l’Africa, hanno consentito elezioni genuine e competitive, prevedendo più candidati di quanti fossero i seggi disponibili per regione. Si tratta di buone pratiche, che possono essere migliorate in elezioni future.
La Risoluzione che istituisce il Consiglio per i diritti umani obbliga i propri membri a rispettare i più alti standard nella promozione e protezione dei diritti umani. Questi doveri devono guidare i membri del Consiglio nei loro impegni immediati:
rivedere mandati, meccanismi, funzioni e responsabilità assunti dalla precedente Commissione dei diritti umani;
stabilire le modalità per una revisione periodica.
Amnesty International chiede ai membri appena eletti di garantire che l’operato del Consiglio e di ogni organismo sussidiario che istituirà, sia trasparente e aperto al contributo di ulteriori soggetti che, con la loro esperienza in tema di diritti umani, potranno collaborare per attuare il mandato del Consiglio.
I nuovi membri eletti hanno la primaria responsabilità di garantire che il Consiglio inizi subito a rispettare il proprio mandato di promuovere e proteggere tutti i diritti umani per tutti, nonché di affrontare concretamente le situazioni di violazione dei diritti umani. Le sessioni iniziali del Consiglio non dovranno unicamente incentrarsi sulle procedure, ma anche tendere a ottenere risultati tangibili, come ad esempio l’auspicata decisione di inoltrare all’Assemblea Generale del 2006 la bozza della ‘Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate o involontarie’ e la bozza di ‘Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni’.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 maggio 2006
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