Continuano gli stupri di massa nella Repubblica Democratica del Congo

24 Giugno 2011

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La notte dell’11 giugno combattenti di un ex gruppo armato, integrato nell’esercito della Repubblica Democratica del Congo, hanno abbandonato un campo di addestramento e hanno attaccato il villaggio di Nyakiele, nell’est del paese, stuprando un centinaio di donne.

Lo stesso gruppo si era reso responsabile di stupri di massa nella zona, appena cinque mesi fa.

‘Questo è il risultato dell’incapacità del governo congolese di portare di fronte alla giustizia i soldati del suo esercito e gli appartenenti ai gruppi armati. In questo modo si rafforza la cultura dell’impunità e si apre la strada ad altri attacchi contro la popolazione civile’ – ha dichiarato Erwin van der Borght, direttore del Programma Africa di Amnesty International.

Secondo una ricostruzione dei fatti, basata su fonti locali, il 9 giugno il colonnello dell’esercito congolese Kifary Niragiye ha appreso di essere stato degradato al termine di un corso di addestramento svolto nel centro di Kananda, Kivu Sud. Ha abbandonato il campo insieme a 150 soldati fedeli e si è diretto verso il villaggio di Nyakiele, razziandolo e stuprando le abitanti.

Il vice colonnello di Kifaru e altri otto suoi uomini erano stati condannati per crimini contro l’umanità, a febbraio, per aver stuprato un mese prima almeno 60 donne nella città di Fizi.

Le indagini su altri stupri di massa commessi nell’estate del 2010 nel Kivu Nord, in cui oltre 300 tra donne, uomini, ragazzi e ragazze erano stati stuprati, procedono con grande lentezza.

Amnesty International sollecita indagini rapide, approfondite, indipendenti e imparziali su tutti questi reati, processi regolari nei confronti delle persone sospettate e misure immediate per assicurare la protezione delle vittime durante e dopo le indagini. Il governo dovrà inoltre fornire immediate cure mediche e psicologiche alle vittime.