Control Arms: i risultati di un sondaggio internazionale

18 Giugno 2006

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‘Una persona su tre colpita dalla criminalità armata’. I risultati di un sondaggio internazionale della campagna Control Arms di Amnesty, Oxfam e Iansa

CS64-2006:19/06/ 2006

Amnesty International, Oxfam e Iansa (la Rete internazionale d’azione sulle armi leggere), promotrici della campagna Control Arms, hanno diffuso i risultati di un sondaggio condotto in sei paesi, da cui emerge che, negli ultimi cinque anni, una persona su tre è stata vittima della criminalità armata o conosce qualcuno che lo è stato.

Il sondaggio, realizzato in Brasile, Canada, Gran Bretagna, Guatemala, India e Sudafrica, rivela come molte persone nel mondo abbiano quotidianamente paura della criminalità armata. Circa due persone su tre (il 62 per cento degli intervistati) hanno espresso ‘il timore di essere vittime della violenza armata’, ma questa proporzione sale al 94 per cento in Brasile, all’88 per cento in Guatemala e al 72 per cento in Sudafrica. In Gran Bretagna e in Canada più di una persona su tre (rispettivamente, il 39 e il 36 per cento) nutre la medesima paura.

Lo studio, condotto tra aprile e maggio, mostra inoltre che la proliferazione priva di regole delle armi da fuoco è causa dell’insicurezza della maggioranza delle persone intervistate. Circa il 62 per cento sostiene che ‘è troppo facile ottenere una pistola’ nel proprio paese, mentre il 63 per cento cita la facile disponibilità di armi come forte motivo di paura.

A una settimana dall’inizio della Conferenza mondiale dell’Onu sulle piccole armi (New York, 26 giugno), il sondaggio della campagna Control Arms evidenzia il quasi unanime sostegno dell’opinione pubblica mondiale a controlli internazionali più forti. La campagna chiede ai governi di introdurre principi globali per regolamentare i trasferimenti di armi e assicurare che queste non vengano usate per commettere abusi dei diritti umani. Ogni anno vengono prodotti 14 miliardi di pallottole, eppure non esistono ancora standard globali che disciplinino queste esportazioni.

Se i governi non agiranno per fermare la diffusione delle armi, questi strumenti di morte continueranno ad alimentare conflitti, repressione, criminalità e violenza domestica‘ – ha affermato Jeremy Hobbs, direttore di Oxfam International. ‘Con 14 miliardi di pallottole prodotte ogni anno, un numero sufficiente a uccidere due volte ciascun abitante del pianeta, non è giunto il momento che i governi si mettano d’accordo per regolamentare le esportazioni di armi?‘.

Circa l’87 per cento degli intervistati vuole ‘stretti controlli internazionali sulla destinazione delle armi”; questa percentuale sale al 93 per cento in Brasile, al 91 per cento in Guatemala, al 90 per cento in Canada e in India mentre è dell’86 per cento in Gran Bretagna e del 73 per cento in Sudafrica.

Il nostro sondaggio dimostra che la proliferazione incontrollata di armi ha un impatto in ogni angolo del pianeta, generando ogni giorno in milioni di persone la paura di diventare vittime della violenza armata‘ – ha commentato Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International. ‘I governi in procinto di riunirsi a New York devono riconoscere la massiccia pressione popolare che chiede più forti controlli internazionali sulle armi e agire di conseguenza‘.

Il sondaggio mette in luce che una considerevole maggioranza (89 per cento) è favorevole a ‘migliori controlli sulle armi che arrivano nel proprio territorio’. Il dato paese per paese è il seguente: Brasile 96 per cento, Guatemala 94, India 93, Canada 92, Gran Bretagna 85, Sudafrica 73.

Circa un terzo degli intervistati in Guatemala e Sudafrica (rispettivamente il 30 e il 28 per cento) ha dichiarato che la propria famiglia è stata colpita dalla criminalità armata. Sia in Gran Bretagna che in Canada, sei persone su dieci pensano che sia troppo facile procurarsi un’arma e su questo concordano anche cinque persone su dieci in Sudafrica.

Questa ricerca costituisce la prova concreta che la gente, tanto nei paesi sviluppati quanto in quelli in via di sviluppo, vuole controlli più forti sulle armi, per proteggere se stessa e le persone di altri paesi‘ – ha dichiarato Rebecca Peters, direttrice di Iansa. ‘Se circa due persone su tre temono di diventare vittime della violenza armata, questo è evidentemente un richiamo alla comunità internazionale affinché si dia da fare. Quando i governi si riuniranno a New York, la prossima settimana, dovranno concordare sull’introduzione di controlli più forti per impedire che le armi finiscano nelle mani sbagliate‘.

La ricerca, infine, mostra che il 91 per cento delle persone intervistate in Brasile ritiene che procurarsi un’arma sia troppo facile e la stessa percentuale pensa che la proliferazione delle pistole sia la principale causa della paura nel paese. In Guatemala, 77 persone su 100 credono che sia troppo facile procurarsi un’arma e l’87 per cento afferma che la facile disponibilità di armi è il principale motivo di paura.

Ulteriori informazioni

La ricerca è stata condotta da Ipsos MORI. Tra aprile e maggio 2006 sono state intervistate circa 1000 persone in ogni paese. Quote di età, sesso e provenienza regionale sono state applicate in Brasile, Canada, Gran Bretagna, Guatemala e Sudafrica. In India, è stato usato un metodo di campionamento casuale e i dati sono stati trattati in modo da costituire un campione razionalmente rappresentativo. Le percentuali sono accurate, con un’oscillazione massima del 3 per cento.

La campagna Control Arms è una iniziativa congiunta di Amnesty International, Ixfam International e Iansa. Il suo obiettivo è ridurre la proliferazione delle armi e il loro abuso, convincendo i governi a introdurre principi globali per regolamentare il trasferimento di armi e un trattato vincolante sul commercio delle armi. Circa due miliardi di persone vivono in condizioni di estrema povertà e questo problema è esacerbato dalla proliferazione incontrollata di pistole e altre armi che, a loro volta, alimentano gli abusi dei diritti umani e intensificano i conflitti. Le armi uccidono ogni giorno più di mille donne, uomini e bambini. Molte altre migliaia di persone rimangono ferite, sono torturare o costrette a lasciare le proprie case. Attualmente circolano nel mondo circa 640 milioni di armi leggere e 8 milioni di nuove armi vengono prodotte ogni anno.

In Italia la campagna è rilanciata dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dalla Rete italiana per il Disarmo. Oltre a contribuire alla grande mobilitazione mondiale, i promotori intendono agire per migliorare gli strumenti legislativi e di trasparenza esistenti in Italia sul commercio di armi. Il nostro paese è infatti il quarto produttore e il secondo esportatore mondiale di armi leggere, eppure la nostra legislazione è vecchia di 30 anni e ad oggi non esiste alcuna forma di controllo sugli intermediatori internazionali di armi.

FINE DEL COMUNICATO                               Roma, 19 giugno 2006

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