Controllo delle forze speciali Usa in Afghanistan: un primo passo

18 Marzo 2010

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Il controllo delle forze speciali statunitensi in Afghanistan è un passo avanti verso la giustizia

(17 marzo 2010)

Amnesty International ha accolto con favore le nuove misure introdotte dall’esercito statunitense per controllare le attività delle sue forze speciali in Afghanistan. Pur considerando queste misure un passo avanti, l ‘organizzazione per i diritti umani sottolinea però che ancora molto deve essere fatto per chiamare i responsabili a rispondere delle morti tra civili causate dalle operazioni militari.
 
Di fronte al costante risentimento per le continue vittime tra la popolazione afgana, il generale Stanley McChrystal, comandante delle forze statunitensi e dell’Isaf, ha portato per la prima volta la maggior parte delle operazioni speciali statunitensi sotto la stessa catena di comando delle forze regolari statunitensi e della Nato. 
 
Questa decisione, pur rappresentando  un primo passo avanti, non risolve il problema della minaccia ai civili, che rimarrà fino a quando tutte le forze, quelle regolari e quelle delle operazioni speciali, non saranno sottoposte a un procedimento adeguato e trasparente per chiamare i responsabili a rispondere del loro operato.
 
Le forze speciali in Afghanistan operano secondo le loro regole d’ingaggio e questo fa temere che non prevedano sufficienti precauzioni per prevenire le vittime civili. 
 
La complicata natura delle forze della Nato, di quelle della coalizione statunitense e dei loro accordi bilaterali con il governo afgano hanno portato a separare le catene di comando e le hanno rese poco chiare. Inoltre, ne è derivato un basso livello di responsabilità per le vittime civili causate dalle operazioni di queste forze. 
 
Secondo quanto riferito dalla Missione di assistenza dell’Onu (Unama), i talebani e altri gruppi antigovernativi hanno causato la morte del 67 per cento delle vittime tra la popolazione afgana, 1630 su 2412 civili uccisi in Afghanistan nell’ultimo anno. Le forze internazionali e le forze di sicurezza nazionali afgane si sono rese responsabili della morte di 600 civili, 359 dei quali uccisi durante bombardamenti aerei e 98 in raid notturni e operazioni di perlustrazioni da parte delle forze delle operazioni speciali.
Queste cifre indicano una riduzione del 28 per cento del totale di morti attribuite al governo afgano e alla forze internazionali nel 2008.

Il 4 marzo scorso, il generale McChrystal ha emesso una direttiva tattica contenente linee guida per la conduzione dei raid notturni da parte delle forze Isaf che operano in Afghanistan.

L’uccisione di due fratelli disarmati a Kandahar, nel gennaio 2008, è un importante esempio della mancanza di responsabilità delle forze internazionali. Amnesty International ha documentato questo caso e i più generali problemi di impunità per le forze speciali in Afghanistan nel rapporto  ‘Omicidi impuniti? L’impunità delle forze internazionali in Afghanistan‘, pubblicato nel febbraio 2009.

Maggiori informazioni sono disponibili online
 
(23 febbraio 2010) Afghanistan: necessario proteggere i civili