Corea del Nord, l’Onu condanna i crimini contro l’umanità

27 Marzo 2014

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Con una risoluzione approvata a grande maggioranza, con 11 astensioni e il voto contrario della Cina e di altri cinque paesi, il 28 marzo 2014 il Consiglio Onu dei diritti umani ha condannato la Corea del Nord per le sistematiche, massicce e gravi violazioni dei diritti umani –crimini contro l’umanità  compresi – che continuano a essere commesse nel paese.

Centinaia di migliaia di persone, come denunciato più volte da Amnesty International e confermato di recente dal rapporto della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Corea del Nord, si trovano in campi di prigionia politica e in altre strutture detentive del paese. Molte di loro non hanno commesso alcun reato se non quello “associativo”, dovuto al fatto di essere parenti di persone colpevoli di reati politici.

Quasi un milione di nord-coreani è morto di fame dagli anni Novanta. La crisi alimentare del paese è rimasta ampiamente invisibile a causa dello stresso controllo politico esercitato dalle autorità e della pressoché totale soppressione dei diritti alla libertà d’espressione, d’informazione, di manifestazione pacifica e di associazione.

Amnesty International auspica che, a seguito della risoluzione del Consiglio Onu dei diritti umani, la comunità internazionale possa incrementare la pressione sulle autorità della Corea del Nord affinché pongano fine ai crimini contro l’umanità e ponga il tema dei diritti umani al centro dei negoziati per la pace e la sicurezza nella penisola coreana.

Ulteriori informazioni  

A febbraio 2014,  Amnesty International aveva chiesto al Consiglio di sicurezza di agire per porre rimedio alla drammatica situazione dei diritti umani nel paese.

Nel dicembre 2013, Amnesty International aveva denunciato – anche attraverso l’uso di immagini satellitari – lo sviluppo dei due più grandi campi di prigionia politica.