Corea del Sud: lavoratori migranti trattati come ‘manodopera usa e getta’

21 Ottobre 2009

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(22 ottobre 2009)

In un rapporto dal titolo ‘Manodopera usa e getta: diritti dei lavoratori migranti nella Corea del Sud‘, pubblicato mercoledì 21 ottobre 2009, Amnesty International ha denunciato che molti lavoratori migranti nel paese asiatico vengono picchiati, sono oggetto di traffici a scopo di sfruttamento sessuale e che viene loro negato il salario per lunghi periodi, nonostante l’introduzione di regole che proteggono i loro diritti.

Il rapporto documenta che i lavoratori migranti sono costretti a usare macchinari pesanti e prodotti chimici pericolosi, non ricevono una formazione adeguata, lavorano senza l’attrezzatura di protezione, sono a rischio di incidenti sul lavoro, inclusa la morte, e ricevono un salario inferiore ai lavoratori coreani.

La Corea del Sud è stato uno dei primi paesi asiatici a riconoscere legalmente i diritti dei lavoratori migranti e a garantire loro lo stesso status dei lavoratori sudcoreani, equiparando diritti, salario e vantaggi.
Tuttavia, cinque anni dopo dall’attuazione del Sistema del permesso di lavoro, realizzato per proteggere i diritti dei lavoratori migranti, molti di essi vivono in condizioni di povertà e subiscono violazioni dei diritti umani, in particolare le donne.

Diverse donne, assunte come cantanti nei campi militari americani, sono state oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale, compresa l’industria del sesso, dai loro datori di lavoro e direttori. Spesso queste donne non possono lasciare il loro lavoro perché hanno dei debiti con il datore di lavoro e non sanno a chi rivolgersi.

Molti migranti intervistati da Amnesty International hanno raccontato di essere costretti a lavorare molte ore e nei turni notturni, senza ricevere alcun straordinario, e che spesso i datori di lavoro trattengono il loro salario.
Amnesty International chiede al governo sudcoreano di:

assicurare che i lavoratori siano rispettati e che i diritti dei lavoratori migranti siano protetti e promossi attraverso ispezioni rigorose sulla sicurezza del luogo di lavoro, sulla formazione dei lavoratori migranti, sulla equità del salario e sul rispetto dell’orario di lavoro;
proteggere e promuovere i diritti delle donne lavoratrici migranti e porre fine alle molestie sessuali e allo sfruttamento a tale scopo;
permettere ai lavoratori migranti irregolari di rimanere nella Corea del Sud mentre sono in attesa di ricevere giustizia o di un risarcimento per gli abusi da parte di un datore di lavoro;
assicurare che durante i blitz contro l’immigrazione irregolare, i pubblici ufficiali siano identificabili, presentino un mandato, proteggano e informino i migranti dei loro diritti e forniscano loro, durante il periodo di custodia, trattamenti sanitari immediati, quando necessari e richiesti.

Maggiori informazioni sono disponibili online.