Costa d’Avorio: basta alle rappresaglie contro presunti sostenitori di Gbagbo

13 Aprile 2011

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Nonostante il presidente Alassane Ouattara abbia chiesto alla popolazione di ‘astenersi da ogni forma di rappresaglia e di violenza’, chi è sospettato di sostenere l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo è a rischio di vendetta. Il 12 aprile, infatti, uomini armati, in parte in abiti civili e in parte in uniforme, hanno dato vita a perquisizioni casa per casa nei quartieri di Abidjan dove si anniderebbero presunti sostenitori di Gbagbo.

Dopo che un poliziotto appartenente alla stessa etnia di Gbagbo è stato freddato con un colpo d’arma da fuoco esploso a distanza ravvicinata e dopo la distruzione di alcuni villaggi, moltissime persone tanto ad Abidjan quanto nell’ovest del paese si stanno dando alla macchia per evitare rappresaglie.

Il villaggio di Zikisso, 300 chilometri a ovest di Abidjan, è stato attaccato ripetutamente dalle forze fedeli al presidente Ouattara. Il capo del villaggio, Gnagno Matthias, è stato rapito e si trova attualmente in stato di detenzione nella città di Lakota.

Amnesty International ha inoltre segnalato un ulteriore rapido peggioramento della situazione nella missione cattolica di Duékoué, 600 chilometri a ovest di Abidjan, dove si trovano attualmente 27.500 profughi. Nella zona, centinaia di persone erano state uccise nelle scorse settimane a causa della loro origine etnica e della presunta affiliazione politica, da parte di entrambe le parti coinvolte nel conflitto. I profughi si trovano in condizioni agghiaccianti e necessitano della più ampia protezione da parte dell’Unoci (la Missione Onu in Costa d’Avorio).

Secondo Amnesty International, l’unico modo per porre fine al clima di paura in Costa d’Avorio è di ripristinare la giustizia e proteggere i civili. Il presidente Ouattara deve impartire chiare istruzioni alle loro forze di sicurezza sul rispetto dei diritti umani. Il presidente uscente Gbagbo e i suoi familiari, attualmente in stato d’arresto ad Abidjan, devono essere trattati secondo procedure legali riconosciute a livello internazionale. Le gravi violazioni dei diritti umani commesse tanto da Gbagbo e dai suoi sostenitori quanto dalle forze fedeli a Ouattara devono essere giudicate e i loro responsabili devono essere sottoposti a processo.