Costa d’Avorio: entrambe le parti responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità

25 Maggio 2011

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Le forze alleate all’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo e al presidente in carica Alassane Ouattara hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante i sei mesi di violenza letale seguita alle discusse elezioni, ha dichiarato Amnesty International pubblicando oggi un rapporto, intitolato ‘Hanno visto la loro carta d’identità e li hanno uccisi: sei mesi di violenza postelettorale’.

Il rapporto contiene le testimonianze scioccanti delle vittime e dei testimoni di massacri, stupri ed episodi di caccia all’uomo e conclude che le forze alleate di entrambe le parti hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.

‘Sono ancora in corso violazioni dei diritti umani contro i sostenitori di Gbagbo e coloro che vengono percepiti come tali, sia ad Abidjan che nell’ovest del paese’ – ha dichiarato Gaëtan Mootoo, ricercatore per l’Africa Occidentale di Amnesty International.

‘La mancata condanna di questi atti da parte di Alassane Ouattara potrebbe essere intesa da molti membri delle forze di sicurezza, e da coloro che combattono dalla loro parte, come un via libera a proseguire. Ouattara deve pubblicamente dichiarare che la violenza contro la popolazione civile deve fermarsi immediatamente’.
Una delegazione di Amnesty International è stata in Costa d’Avorio due mesi e ha raccolto oltre 100 testimonianze di persone che sono sopravvissute al massacro del 29 marzo 2011 a Duékoué (circa 500 chilometri a ovest di Abidjan) e nei villaggi vicini.

Tutti i testimoni parlano di una sistematica e mirata serie di omicidi commessi dalle Forze repubblicane della Costa d’Avorio (Frci), create da Alassane Ouattara l’8 marzo 2011, che hanno messo a morte centinaia di uomini di ogni età, sulla base dell’appartenenza etnica o politica.

Prima di ucciderli, hanno chiesto di pronunciare i loro nomi o di mostrare le carte d’identità, alcune delle quali sono state trovate accanto ai corpi.

Una donna che vive a Duékoué ha raccontato ad Amnesty International: ‘Loro (le forze Frci) sono entrati nei cortili e hanno inseguito le donne. Hanno detto agli uomini di mettersi in fila, di dire il loro nome e cognome e di mostrare la carta d’identità. E li hanno uccisi. Ero presente quando preparavano gli uomini. Tre giovani, uno dei quali aveva 15 anni, è stato ucciso davanti a me‘.

Il rapporto di Amnesty International denuncia l’inattività dell’Unoci, l’Operazione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio, stanziata a un chilometro dal principale luogo delle uccisioni e Duékoué. Le vittime hanno riferito ad Amnesty International di aver ripetutamente chiesto aiuto all’Unoci ma di non aver avuto alcuna risposta.

La presenza dell’Unoci nella regione di Duékoué è stata anche limitata a un battaglione di appena 200 soldati, il che ha significato non fornire protezione a decine di sfollati.
Amnesty International ha chiesto più volte, pubblicamente e direttamente all’Unoci di rafforzare la sua presenza nell’area ma questo non è stato fatto.

‘L’Unoci ha un mandato per proteggere la popolazione civile ma finora è evidente che in alcuni casi non è riuscita a farlo’ – ha affermato Mootoo.

‘Funzionari dell’Unoci ci hanno detto che è compito dello stato proteggere la popolazione civile; ma se sono le forze nazionali, in primo luogo quelle sotto il controllo di Gbagbo e poi quelle di Ouattara, a commettere crimini orribili come ci si può aspettare che proteggano la popolazione civile?’.
Gli attacchi contro i villaggi abitati da persone che appartengono a gruppi etnici considerati sostenitori di Gbagbo sono continuati nelle prime settimane di maggio.
Tra il 6 e l’8 maggio, otto diversi villaggi sono stati bruciati e decine di persone uccise. L’Frci ha giustificato questi atti sostenendo che stavano cercando armi e mercenari liberiani.

Da dicembre 2010, le forze e le milizie fedeli a Gbagbo hanno commesso crimini di guerra e contro l’umanità, compresi stupri, esecuzioni extragiudiziali e torture.

A fine febbraio, hanno iniziato a bombardare un’area densamente popolata vicino Abidjan, che era passata sotto il controllo di elementi armati oppositori di Gbagbo, uccidendo diverse persone.

Un testimone dei bombardamenti ha detto ad Amnesty International:
‘Vedo ancora quelle due donne le cui gambe sono state spazzate via dai bombardamenti. Sono state portate in ospedale ma non sono sopravvissute alle ferite’.
Le milizie fedeli a Gbagbo hanno anche dato fuoco ad alcune persone. Principalmente le vittime avevano un nome musulmano o indossavano vestiti musulmani.

Un testimone ha raccontato ad Amnesty International come una persona sia stata bruciata viva il 27 febbraio 2011: ‘Dei miliziani stavano picchiando un giovane uomo. Avevano maceti, mazze e bastoni. Mentre lo colpivano dicevano che non era della zona e lo hanno accusato di essere un ribelle. Gli hanno messo dei copertoni intorno al collo a cui hanno dato fuoco mentre era ancora vivo‘.

Le violenze di massa commesse da tutte le parti in conflitto negli ultimi sei mesi hanno fatto centinaia di vittime, terrorizzato e traumatizzato le loro famiglie e ampi settori della popolazione.

Amnesty International chiede alle nuove autorità di ristabilire urgentemente lo stato di diritto e la fiducia della popolazione nell’imparzialità delle forze di sicurezza.

Senza giustizia per tutte le vittime, a prescindere dalla loro affiliazione politica o gruppo etnico, ogni appello alla riconciliazione corre il rischio di fondarsi su un compromesso instabile e insoddisfacente, che potrebbe portare a ulteriore spargimento di sangue e vendette in futuro.

‘Per oltre un decennio, in Costa d’Avorio c’è stata una sorta di rimozione e non sono stati puniti i responsabili dei crimini e i governi che si sono succeduti si sono deliberatamente rifiutati di accettare le loro responsabilità nella lotta all’impunità. Questo ciclo deve finire. Il presidente Ouattara si è impegnato a porre fine all’impunità. Per evitare ulteriori attacchi e violenze deve rispettare questo impegno ‘- ha concluso Mootoo.

 

Leggi il post ‘Costa d’Avorio, il presidente e i crimini di guerra’ sul blog ‘Le persone e la dignità’ di Amnesty e Corriere della Sera.

 

Scarica il rapporto in inglese ‘Hanno visto la loro carta d’identità e li hanno uccisi: sei mesi di violenza postelettorale’

Leggi il post ‘Costa d’Avorio, il presidente e i crimini di guerra’ sul blog ‘Le persone e la dignità’ di Amnesty e Corriere della Sera.

Guarda il video ‘Côte d’Ivoire forces committed war crimes’