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Amnesty International ha chiesto alla forza di peacekeeping dell’Onu in Costa d’Avorio (Unoci) di proteggere urgentemente migliaia di sfollati che, fuggiti dai terribili combattimenti nell’ovest del paese, hanno trovato rifugio presso una missione cattolica.
Almeno 10.000 civili hanno trovato rifugiato nella missione cattolica della città di Duékoué, dopo essere fuggiti ai terribili combattimenti di lunedì 28 marzo tra forze che sostengono Alassane Ouattara, riconosciuto a livello internazionale come il vincitore delle elezioni presidenziali, e i miliziani vicini al presidente uscente Laurent Gbagbo.
In base al mandato dell’Unoci in Costa d’Avorio, quest’ultima deve proteggere i civili a rischio di violenza fisica. Il campo della missione si trova a soli 3 chilometri da Duékoué e l’Unoci deve usare tutti i mezzi necessari per proteggere i civili dalle violenze che stanno avendo luogo sotto i suoi occhi.
La situazione in Costa d’Avorio è instabile dalle contestate elezioni presidenziali del novembre 2010. Tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, compresi uccisioni illegali, stupri e violenza sessuale contro le donne.
Testimoni hanno riferito alla delegazione di Amnesty International attualmente in Costa d’Avorio che il 28 marzo forze vicine ad Alassane Ouattara hanno preso il controllo parziale o totale di Duékoué e Daloa, due città situate nel cuore della regione occidentale produttrice di cacao. A Duékoué sarebbe stata tagliata l’elettricità, sembra a causa dei combattimenti, privando così dell’acqua le persone che vivono nell’area.
Amnesty International teme che le decine di migliaia di abitanti di Duékoué e le persone sfollate rischiano di essere vittime delle stesse violenze subite a gennaio, quando 40 persone sono state uccise durante gli scontri tra le comunità e diverse donne sono state vittime di stupro e violenza sessuale.
Amnesty International ha chiesto al Consiglio di sicurezza di indicare chiaramente all’Unoci che deve, conformemente al suo mandato, agire immediatamente e in modo efficace per proteggere gli sfollati e gli altri civili a rischio. Inoltre, l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario, assicurando che le loro forze non prendano di mira i civili e non lancino attacchi indiscriminati e sproporzionati. I comandanti devono garantire che le loro forze assumano tutte le misure necessarie per proteggere i civili e chiariscano che le violazioni del diritto internazionale umanitario non saranno tollerate.