Covid-19 e sorveglianza

2 Aprile 2020

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Access now, Amnesty International, Human Rights Watch e Privacy International: le tecnologie di sorveglianza digitale per combattere il coronavirus rispettino i diritti umani

Mentre i governi di tutto il mondo stanno rapidamente espandendo l’uso della sorveglianza digitale nel tentativo di combattere la pandemia da Covid-19, insieme a oltre importanti Organizzazioni non governative abbiamo stilato una lista di condizioni rigorose che devono essere soddisfatte per salvaguardare i diritti umani e impedire che la sorveglianza si estenda senza controllo.

La tecnologia può giocare un ruolo importante nello sforzo globale per combattere la pandemia da Covid-19, tuttavia, questo non dà carta bianca ai governi per espandere la sorveglianza digitale. Il recente passato ha dimostrato che i governi sono riluttanti a rinunciare ai poteri di sorveglianza inizialmente ottenuti per un periodo di tempo limitato. Ora non dobbiamo lasciarci trasportare senza controllo verso uno stato di sorveglianza prolungato permanente“, ha dichiarato Rasha Abdul Rahim, vicedirettrice del programma Tecnologia e diritti umani di Amnesty International.

Nel documento, sottoscritto da oltre 100 organizzazioni della società civile chiediamo ai governi di non rispondere alla pandemia da Covid-19 intensificando la sorveglianza digitale a meno che:

  1. queste misure siano legittime, necessarie e proporzionali.
  2. queste misure abbiano un limite di tempo e restino in vigore solo per il periodo necessario a contrastare la pandemia
  3. gli stati assicurino che l’aumento della raccolta, della conservazione e dell’aggregazione di dati personali, compresi quelli sulla salute, serva solo a scopi di risposta alla pandemia;
  4. i governi facciano ogni sforzo per proteggere i dati delle persone;
  5. qualsiasi uso delle tecnologie di sorveglianza digitale nella risposta al Covid-19 tenga conto del rischio che tali strumenti potranno favorire la discriminazione e altre violazioni dei diritti umani nei confronti delle minoranze, dei gruppi che vivono in povertà e delle popolazioni marginalizzate;
  6. eventuali accordi per condividere i dati tra i governi e altri soggetti privati o pubblici siano basati sulla legge e tanto l’esistenza di questi accordi quanto le informazioni necessarie per valutare il loro impatto sulla privacy e su altri diritti umani siano rese note e monitorabili;
  7. le risposte alla crisi contengano garanzie sull’assunzione di responsabilità e contro l’abuso della loro attuazione;
  8. la risposta alla pandemia da Covid-19 che riguardi la raccolta dei dati comprenda modalità per una partecipazione libera, attiva e significativa di soggetti rilevanti, in particolare esperti nel campo della salute pubblica e dei gruppi più marginalizzati.

Una maggiore sorveglianza per aiutare ad affrontare questa emergenza sanitaria può essere usata a patto di soddisfare alcune condizioni inderogabili: le autorità non possono ignorare il diritto alla privacy e devono garantire che ogni nuova misura fornisca solide garanzie in materia di diritti umani. Tutti i governi che utilizzano la tecnologia come parte della loro strategia per battere il Covid-19 farlo in modo da rispettare i diritti umani” ha concluso Rahim.

La dichiarazione congiunta completa è disponibile qui.