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La segretaria generale di Amnesty International, Agnés Callamard, ha espresso apprezzamento per il sostegno annunciato dall’amministrazione Usa alla proposta di una deroga temporanea sui brevetti sui vaccini contro il Covid-19:
“Oggi gli Usa hanno fatto un coraggioso passo avanti verso la solidarietà globale, mettendo la vita delle persone nel mondo prima dei profitti di una manciata di giganti dell’industria farmaceutica e dei loro azionisti. Ora chiediamo ad altri stati ricchi – Australia, Regno Unito e quelli dell’Unione europea – di fare lo stesso. Solo condividendo conoscenza e tecnologia, la produzione dei vaccini potrà essere accelerata in modo da vaccinare il maggior numero di persone possibile nel minor tempo possibile. L’unico modo per uscire globalmente dalla pandemia è di porre le persone prima dei profitti”.
Nell’ottobre 2020 India e Sudafrica avevano proposto in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio una deroga temporanea alle coperture brevettuali sui prodotti relativi al Covid-19, tra cui appunto i vaccini, fino a quando non fosse stata raggiunta l’immunità di gregge globale. Molti stati a medio e basso reddito hanno in questi mesi sostenuto la proposta, la maggior parte di quelli ad alto reddito si sono opposti.
Attualmente, la proposta è sostenuta da 60 stati – tra cui la Santa Sede- e oltre 100 dei 164 stati membri dell’Organizzazione mondiale della Sanità hanno espresso posizione favorevole. Alcuni stati ricchi – in particolare Australia, Brasile, Giappone, Norvegia Regno Unito e i membri dell’Unione europea – continuano a opporsi, mentre il Canada ha assunto una posizione neutrale.
Secondo un sondaggio dell’Alleanza popolare per il vaccino, reso noto il 5 maggio, il 69 per cento dell’opinione pubblica statunitense sostiene la proposta.