Covid-19, mancato uguale accesso ai vaccini. “Un fallimento catastrofico degli stati ricchi e delle aziende farmaceutiche”

31 Dicembre 2021

Tempo di lettura stimato: 6'

Alla fine del 2021, Amnesty International ha accusato gli stati ricchi e le aziende farmaceutiche di essere responsabili di “un fallimento catastrofico” per non aver assicurato entro l’anno uguale accesso ai vaccini e aver lasciato miliardi di persone senza protezione dal Covid-19.

Gli stati ricchi e le aziende farmaceutiche hanno ignorato le ripetute richieste di Amnesty International, dell’Organizzazione mondiale della sanità e di tanti altri affinché almeno il 40 per cento della popolazione degli stati a basso e a medio-basso reddito venisse vaccinato entro la fine del 2021.

“Sebbene nel mondo siano state prodotte circa 11 miliardi di dosi, solo il sette per cento della popolazione degli stati a basso e a medio-basso reddito ne ha ricevuta una. Perché agli stati più poveri viene negato il diritto di accedere a farmaci salvavita mentre gli stati ricchi accumulano scorte che non saranno utilizzate?”, ha chiesto Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

“L’emergenza della variante omicron dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per gli stati ricchi e per le aziende farmaceutiche. Se non si vaccinano tutte le persone, a prescindere da dove vivano, l’intera popolazione mondiale finisce per diventare vulnerabile alle nuove varianti. L’unico modo per spezzare questo circolo vizioso è assicurare che tutti abbiano accesso al vaccino”, ha aggiunto Callamard.

Nel 2021 i leader mondiali hanno fatto numerose promesse sulla condivisione dei vaccini, ma hanno di volta in volta mancato di onorarle. A giugno, il vertice del G7 si era chiuso con l’impegno di condividere un miliardo di dosi entro la fine dell’anno, ma l’obiettivo non è stato raggiunto. A settembre, il presidente degli Usa Joe Biden e la presidente della Commissione europea Ursula von der Layen si sono impegnati a donare 900 milioni di dosi agli stati a basso e a medio-basso reddito entro un anno: un gesto lodevole, ma i paesi poveri hanno bisogno ora, e non tra un anno, del vaccino.

Le aziende farmaceutiche, a loro volta, non hanno accettato la sfida. Il gigante statunitense Pfizer ha fatto dichiarazioni fuorvianti sostenendo che il suo vaccino sarebbe stato “disponibile per ogni paziente, stato e comunità che chiede di accedervi”, ma la realtà è che ha inviato la stragrande parte delle dosi agli stati ad alto e a medio-alto reddito.

La rivale di Pfizer, Moderna, è stata in grado di produrre il suo vaccino solo grazie a un enorme aiuto finanziario ma ha deciso di vendere la maggior parte delle dosi agli stati ad alto reddito.

Entrambe le aziende stanno inviando meno dell’un per cento della loro produzione agli stati a basso reddito.

Moderna e Pfizer, insieme ad altri produttori come AstraZeneca e Johnson & Johnson, hanno inoltre rifiutato di appoggiare provvedimenti che avrebbero temporaneamente sospeso le protezioni relative alla proprietà intellettuale e permesso di condividere la tecnologia per produrre vaccini con altre imprese nel mondo, favorendo in questo modo l’aumento della produzione globale.

Tutte le imprese economiche hanno la responsabilità di rispettare i diritti umani e questo significa, soprattutto, “non fare danni”. Se accertano di essere la causa di violazioni dei diritti umani, devono immediatamente cessare le loro azioni dannose e porvi rimedio. Questi standard di condotta sono espressi dai Principi guida delle Nazioni unite su imprese e diritti umani e dalle Linee guida dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico per le Imprese multinazionali.

Invece, grazie alle loro decisioni, i produttori hanno finito per contribuire a danneggiare miliardi di persone che non hanno accesso ai vaccini.

“L’anno scorso, in questi giorni, veniva inoculata la prima dose di vaccino. Oltre 365 giorni dopo, mentre molte persone negli stati ricchi hanno ricevuto la terza dose, moltissime di più negli stati poveri non hanno ricevuto neanche la prima. La realtà, resa evidente dalla brutale chiarezza della pandemia, è che salvare alcune vite umane è ritenuto meno importante rispetto a salvarne altre”, ha sottolineato Callamard.

“Avevamo sperato che le pressioni internazionali avrebbero spinto gli stati ricchi e le aziende farmaceutiche a dare un senso alle loro azioni, ma l’avidità ha prevalso. Vedremo se tra gli impegni che proclameranno per il nuovo anno ci saranno anche quelli di trasformare le promesse in realtà e di assicurare che ogni persona abbia la possibilità di essere vaccinata”, ha proseguito Callamard.

“Molti stati a basso reddito stanno lottando contro una nuova variante, proprio mentre la maggior parte della loro popolazione non è stata vaccinata. Se non verranno attuate iniziative decisive, il Covid-19 continuerà a imperversare per anni a venire. Cosa accadrà se la maggior parte della popolazione mondiale continuerà a non essere vaccinata? È chiaro più che mai che nessuno sarà al sicuro fino a quando tutti non saranno al sicuro”, ha concluso Callamard.