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Amnesty International ha sollecitato i gruppi armati e le milizie che dalla metà di luglio stanno prendendo parte agli scontri armati a Tripoli e Bengasi, a cessare immediatamente gli attacchi indiscriminati contro le zone abitate e gli obiettivi civili delle due città.
Oltre alle abitazioni private, sono stati colpiti ospedali, negozi, moschee, fabbriche e terreni.
Secondo il ministero della Salute, alla data del 7 agosto 2014, erano morte 214 persone e ne erano state ferite quasi 1000. Solo la prima settimana di agosto, oltre 30.000 persone sono fuggite verso il confine con la Tunisia. I combattimenti in corso, oltre a rendere difficile e pericoloso l’uscita dalle città, hanno causato la penuria di generi di prima necessità, tra cui latte per i neonati e medicinali. L’organizzazione per i diritti umani ha ricordato alle parti in conflitto che attaccare obiettivi civili, oltre tutto con armi imprecise, costituisce un crimine di guerra.