Croazia e Serbia indaghino sui crimini di guerra e dare giustizia alle vittime

2 Febbraio 2015

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Dopo la sentenza della Corte internazionale di giustizia, secondo la quale né la Croazia né la Serbia sono state in grado di presentare prove sufficienti a circostanziare l’accusa di genocidio nei confronti della parte avversa, Amnesty International ha sollecitato i due stati a concentrare i loro sforzi a livello nazionale, sulla ricerca delle responsabilità per i crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante il conflitto degli anni Novanta.

L’assenza di prove sufficienti per qualificare quanto accaduto come genocidio non significa – come la stessa Corte ha riconosciuto – che non siano stati commessi individualmente crimini di guerra e contro l’umanità. L’accertamento delle responsabilità è lento e parziale sia in Croazia che in Serbia. Ora che si è chiusa la partita di fronte alla Corte internazionale di giustizia, i due paesi devono raddoppiare gli sforzi per fornire giustizia, verità e riparazione a tutte le vittime‘ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

In entrambi i paesi, soprattutto le sopravvissute alla violenza sessuale fanno fatica a ottenere giustizia e riparazione. E, a distanza di 20 anni, la questione delle persone scomparse durante il conflitto rimane scandalosamente irrisolta. Croazia e Serbia devono agire con urgenza per fornire giustizia a chi è stato ignorato per così tanto tempo‘ – ha concluso Dalhuisen.