Cuba: attivisti perseguitati anche durante il funerale di oswaldo Payá

26 Luglio 2012

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L’arresto e il breve trattenimento in carcere di oltre 40 attivisti che il 24 luglio stavano partecipando al fumerale di Oswaldo Payá Sardiñas è un altro segnale di quanto rimanga forte la repressione del dissenso a Cuba.

Secondo quanto riferito da Elizardo Sánchez, presidente della Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, oltre 200 poliziotti hanno circondato la chiesa di El Cerro, alla periferia della capitale L’Avana, trascinando via e caricando sugli autobus gli attivisti, che hanno trascorso diverse ore in vari e strutture detentive della capitale, tra cui la scuola di polizia di Tarará.

Non volevano che la gente vedesse quanti eravamo’ – ha commentato Guillermo Fariñas, giornalista e noto dissidente, poco dopo il rilascio. ‘Non ci fanno paura‘.

Quanto è successo il 24 luglio è l’applicazione del modello prevalente di violazione dei diritti umani a Cuba: arresti e imprigionamenti per brevi  periodi di tempo, per intimidire i dissidenti e gli attivisti. Quel modello che Oswaldo Payá Sardiñas ha dedicato la vita combattere, prima della sua tragica fine‘ – ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Cuba.

Payá è morto in un incidente stradale domenica 23 luglio. I suoi familiari hanno sollevato dubbi sulla dinamica dell’incidente e le autorità hanno aperto un’inchiesta ufficiale.

Payá, leader del Movimento cristiano ‘Liberazione’, è stato per decenni in prima linea nella difesa dei diritti umani. Già negli anni Sessanta era stato  detenuto in un campo di lavoro. Nel 2005 aveva ricevuto, il premio Sakharov per la libertà di pensiero del Parlamento europeo.