Cuba: continua la repressione, nonostante i recenti rilasci di dissidenti

16 Marzo 2011

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In occasione dell’ottavo anniversario del giro di vite del marzo 2003 contro gli attivisti per i diritti umani e la democrazia, Amnesty International ha denunciato la continua repressione in corso a Cuba, nonostante i recenti e molto pubblicizzati rilasci di noti dissidenti.

Nelle ultime settimane, il governo cubano ha introdotto nuove tattiche per colpire il dissenso, a causa delle quali centinaia di attivisti per la democrazia hanno subito intimidazioni, minacce e arresti arbitrari.

Dei 75 attivisti arrestati nel marzo 2003, ne restano in carcere ancora tre, di cui Amnesty International chiede il rilascio immediato e incondizionato. Nel giugno 2010 50 prigionieri sono stati rilasciati ma nella maggior parte dei casi sono stati costretti all’esilio in Spagna.

Il rilascio di coloro che sono stati arrestati nel 2003 è un fatto altamente positivo ma descrive solo una parte della storia dell’attivismo per i diritti umani a Cuba‘ – ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International sull’isola caraibica. ‘Quelli che si trovano a Cuba continuano a essere presi di mira, soprattutto mediante brevi periodi di detenzione, mentre le leggi repressive in vigore danno via libera per pure chiunque critichi le autorità‘.

Ultimamente, le autorità hanno arrestato oltre 100 persone in un solo giorno, per impedire loro di ricordare la morte dell’attivista Orlando Zapata Tamayo, morto poco più di un anno fa  dopo un lungo sciopero della fame condotto in carcere. Il 23 febbraio, giorno dell’anniversario, 50 persone sono state poste agli arresti domiciliari per essere rilasciate ore dopo.

L’attivista Néstor Rodríguez Lobaina, detenuto in attesa di processo da oltre tre mesi, è stato riconosciuto ‘prigioniero di coscienza’ da Amnesty International. Lobaina, presidente del Movimento dei giovani cubani per la democrazia, è stato arrestato nel dicembre 2010 per aver organizzato una riunione nella sua abitazione.

I cittadini cubani sono ancora alla mercé di leggi draconiane che considerano l’attivismo un crimine e pongono a rischio di detenzione chiunque osi criticare le autorità. Oltre a rilasciare prigionieri di coscienza detenuti da anni, il governo cubano deve modificare le leggi esistenti in materia di libertà d’espressione‘ – ha concluso Ducos.

Ulteriori informazioni

Il 18 marzo 2003 un massiccio giro di vite nei confronti del dissenso provocò l’arresto di 75 persone, unicamente per l’esercizio del loro diritto alla libertà d’espressione. Nella maggior parte dei casi, vennero accusati di aver agito contro l’indipendenza dello stato, in quanto sospettati di aver ricevuto fondi e/o materiali da parte di organizzazioni statunitensi finanziate dal governo di Washington. Vennero condannati a periodi di carcere tra i sei e i 28 anni, dopo processi sommari e iniqui, per capi d’accusa quali aver pubblicato articoli o aver concesso interviste a mezzi d’informazione finanziati dagli Usa, aver inviato informazioni a organizzazioni internazionali per i diritti umani ed essere stati in contatto con organismi o individui considerati ostili a Cuba.

(14 marzo 2011) Cuba: rilasciare prigioniero di coscienza in sciopero della fame