Cuba, la madre di Orlando Zapata Tamayo continua a essere perseguitata

23 Febbraio 2011

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Amnesty International ha chiesto alle autorità cubane di porre fine alla persecuzione nei confronti dei familiari di Orlando Zapata Tamayo, un attivista per i diritti umani morto durante uno sciopero della fame nel febbraio 2010.

Reina Luisa Tamayo, la madre settantaduenne di Orlando, ha fatto sapere ad Amnesty International di essere stata arrestata da agenti della sicurezza il 18 febbraio nel tentativo di impedirle di commemorare con una funzione religiosa la morte del figlio, cinque giorni dopo.  Insieme al marito, è stata rilasciata 12 ore dopo. Un altro attivista, Daniel Mesa, arrestato con loro, è stato scarcerato dopo 48 ore.

Secondo Amnesty International, il fatto che le autorità cubane non abbiano mai avviato un’indagine sulla morte di Orlando Zapata Tamayo e abbiano cercato di impedire alla madre di ricordarlo, è uno scandalo.

Il recente rilascio di alcuni attivisti per i diritti umani, che intanto non avrebbero mai dovuto finire in carcere, rischia di essere privo di significato se, una volta liberi, non sono posti in condizione di portare avanti la propria azione in difesa dei diritti umani senza timore di rappresaglie.

Orlando Zapata Tamayo era stato arrestato nel marzo 2003 e, 14 mesi dopo, condannato a tre anni di carcere per ‘insulto’, ‘disordine pubblico’ e ‘resistenza’ . In seguito, aveva subito svariati altri processi per ‘disobbedienza’ e ‘disordini in un istituto di pena’.  Al momento della sua morte, stava scontando un totale di 36 anni di carcere.

Reina Luisa Tamayo intende trasferirsi negli Usa, insieme ad alcuni parenti, e ha già ottenuto tutti i visti da parte delle autorità statunitensi. Il governo cubano deve ancora darle l’autorizzazione.