Cuba, le proteste di massa sono una disperata richiesta a un governo che non ascolta

14 Luglio 2021

@ Photo by ADALBERTO ROQUE/AFP via Getty Images

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In risposta alla repressione avviata dallo Stato nei confronti delle contestazioni scoppiate ieri in numerose zone di Cuba, Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International, ha dichiarato:

“In un giorno storico per Cuba, migliaia di persone sono scese in piazza per dimostrare pacificamente in varie parti del paese, esercitando il proprio diritto alla libertà d’espressione e riunione pacifica. È inaccettabile che il governo cubano abbia negato questi diritti per decenni e continui a farlo oggi”.

Nel corso delle manifestazioni spontanee di ieri, che si sono diffuse in varie aree del paese, Amnesty International ha ricevuto con preoccupazione le notizie di un blocco di Internet, arresti arbitrari, uso eccessivo della forza, come il fuoco aperto sui manifestanti da parte della polizia, e segnalazioni di una lunga lista di persone scomparse”.

Invece di reprimere la popolazione, le autorità cubane hanno l’obbligo di proteggere il loro diritto a manifestare in maniera pacifica. La retorica provocatoria della “guerra” e dello scontro del presidente Miguel Díaz-Canel crea un clima di violenza nei confronti di coloro che chiedono l’accertamento delle responsabilità e il libero godimento dei propri diritti umani”.

“Il governo Díaz-Canel deve affrontare le richieste sociali dei suoi cittadini, in considerazione della crisi economica, della carenza di cibo e medicinali, del collasso del sistema sanitario, che non sta rispondendo all’attuale crisi legata al Covid-19 e dell’aumento di rivendicazioni storiche del rispetto dei diritti alla libertà di espressione e riunione pacifica”.