Luis Manuel Otero Alcántara. © Natasha Pizzey for Amnesty International
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Esattamente un anno fa un tribunale cubano ha condannato due artisti dissidenti, Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel “Osorbo” Castillo Pérez, rispettivamente a cinque e a nove anni di carcere al termine di un processo iniquo.
I due artisti sono stati giudicati colpevoli di “disprezzo” e “disordini pubblici”, reati dalla formulazione estremamente vaga cui il governo cubano ricorre regolarmente per punire attivisti e oppositori politici. Il nuovo codice cubano, entrato in vigore lo scorso dicembre, non solo ha mantenuto questi reati ma ha anche inasprito le pene.
In più, Otero Alcántara è stato giudicato colpevole di “offesa ai simboli nazionali” e Castillo Pérez di “diffamazione contro istituzioni, organizzazioni, eroi e martiri”.
La loro continua, arbitraria detenzione è, secondo Amnesty International, la prova che il governo del presidente Díaz-Canel intende perseguitare a ogni costo chi non è d’accordo con le sue politiche.
Castillo Pérez, detto “Osorbo”, è il coautore del brano “Patria e vita”, diventato negli ultimi anni l’inno delle proteste. È in carcere dal giorno dell’arresto, il 18 maggio 2021.
Otero Alcántara fa parte del collettivo artistico Movimiento San Isidro, che si oppone alla censura. È stato arrestato l’11 luglio 2021 dopo che aveva annunciato, in un video, che avrebbe preso parte alle manifestazioni in programma quel giorno, poi rivelatesi di massa, per protestare contro la mancanza di cibo e medicinali, il malfunzionamento del sistema elettrico e le misure anti-Covid. Quel giorno e nelle settimane successive vennero fermate centinaia di persone: secondo l’organizzazione Justice 11J, alla data del 7 giugno 2023, ne restavano in carcere ancora 773.
Durante il processo, la pubblica accusa ha considerato prove di reato la pubblicazione sui social media di testi e immagini sulle proteste, di un meme riferito alle autorità e di fotografie scattate sulla spiaggia con la bandiera cubana, così come aver partecipato a proteste pacifiche e aver cantato brani di protesta in strada. I due artisti sono stati anche incolpati di aver “frequentato elementi antisociali dai bassi standard morali”.
Nel 2021, dopo il loro arresto, Amnesty International ha dichiarato Otero Alcántara e Castillo Pérez prigionieri di coscienza, privati della libertà solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani.
A un anno dalla loro condanna, l’organizzazione per i diritti umani continua a chiedere la loro scarcerazione.