Dalla parte dei difensori dei diritti umani

20 Luglio 2017

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A maggio, la rete “In difesa di”,di cui fa parte anche Amnesty International, ha invitato in Italia il Relatore speciale Onu sui difensori e le difensore dei diritti umani, Michel Forst, per una serie di incontri con la società civile, il settore privato,il ministero degli Affari esteri e il parlamento.

Nel 2018 ricorrerà il 20mo anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani. In quanti paesi questa è stata implementata e resa efficace?

Nel 1998 organizzammo a Parigi una grande conferenza in cui invitammo difensori dei diritti umani da tutto il mondo e 350 di loro parteciparono all’evento, per discutere della Dichiarazione sui difensori dei diritti umani. Avevamo grandi speranze che questa potesse proteggerli e rendere il loro lavoro più efficace. Vent’anni dopo, per valutare quello che è stato fatto abbiamo deciso di confrontarci proprio con i difensori dei diritti umani. Ovviamente la Dichiarazione è solo uno strumento, molti paesi non hanno implementato i meccanismi richiesti, come la Colombia, il Messico, il Guatemala e in altri si discute ancora di queste misure. Passi avanti positivi ce ne sono stati ma ancora gli attacchi ai difensori dei diritti umani sono diffusi e hanno assunto forme diverse. Un elemento chiave è che alcuni paesi, come la Russia, Cuba, il Venezuela, il Burundi e altri, non riconoscono una definizione condivisa e ampia di quelli che sono i difensori dei diritti umani e cercano di restringerla. Questo mi preoccupa molto.

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