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Amnesty International ha denunciato che centinaia di rifugiati siriani, cui il governo della Danimarca ha revocato il permesso di soggiorno, rischiano arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate se costretti a un rimpatrio illegale.
Tra il 1° gennaio e il 1° aprile 2021 il Servizio danese per l’immigrazione ha informato almeno 380 rifugiati siriani, bambini compresi, che dovranno rientrare in Siria poiché la Danimarca giudica la capitale Damasco e i suoi dintorni “zone sicure”, contrariamente a quanto hanno dichiarato gli esperti internazionali sui diritti umani e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite sui rifugiati.
Mentre la maggior parte di loro ha presentato appello contro la decisione, per 39 rifugiati il destino pare segnato, soprattutto dopo l’annuncio della ripresa delle relazioni diplomatiche della Danimarca col regime siriano.
Nel frattempo, anche coloro che sono in attesa dell’esito dell’appello sono stati privati del permesso di soggiorno e della protezione temporanea e dunque esclusi dai benefici sociali dall’accesso al lavoro e all’istruzione.
“Fuggiti dalla guerra, per almeno 39 rifugiati siriani la prospettiva appare ora quella di un ritorno ‘volontario’ in Siria o della reclusione nei centri di rimpatrio in attesa della partenza. Il destino di centinaia di altri è incerto. È incredibile che il governo danese consideri sicure alcune zone della Siria, uno stato dove le persone vengono regolarmente arrestate, torturate e fatte sparire”, ha dichiarato Nils Muižnieks, direttore per l’Europa di Amnesty International.
Le ricerche di Amnesty International hanno dimostrato che i civili rientrati nelle zone della Siria controllate dal governo, compresa la capitale Damasco, devono passare attraverso “controlli di sicurezza”, ossia interrogatori da parte dei servizi di sicurezza locali, responsabili di violazioni dei diritti umani così gravi da poter essere considerate crimini contro l’umanità.
L’anno scorso la prima ministra danese Mette Frederiksen aveva annunciato l’intenzione di ridurre a zero le domande d’asilo. In seguito, le autorità di Copenaghen hanno deciso di riesaminare la situazione di circa 900 rifugiati siriani residenti nel paese. Tale valutazione ha portato al ritiro del permesso di soggiorno ad almeno 380 di loro.