Decimo anniversario di Guantánamo: cronologia

9 Gennaio 2012

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11 settembre: quasi 3000 persone vengono uccise quando quattro aerei dirottati cadono sulle Torri gemelle di New York, sul Pentagono e su un campo della Pennsylvania. Per Amnesty International, si tratta di crimini contro l’umanità.

14 settembre: il Congresso degli Usa approva la risoluzione ‘Autorizzazione all’uso della forza militare’ (Aumf), che conferisce al presidente un’autorizzazione senza precedenti a usare la forza contro ‘nazioni, organizzazioni e individui’ che egli determini siano collegati in qualunque modo agli attacchi o a futuri atti di terrorismo internazionale.

17 settembre: il presidente degli Usa Georg W. Bush firma un memorandum con cui autorizza la Cia ad allestire centri di detenzione al di fuori del territorio statunitense e che contiene informazioni relative alle modalità con cui la Cia dovrà attuare il programma di detenzioni. Il memorandum resta segreto.

18 settembre: il presidente Bush firma l’Aumf, che diventa legge.

7 ottobre: gli Usa guidano l’azione militare contro il governo dei talebani e contro al-Qaeda in Afghanistan.

13 novembre: il presidente Bush emana l’ordine militare intitolato ‘Detenzione, trattamento e processo di determinate persone che non sono cittadini statunitensi, nella guerra contro il terrorismo’, ordinando al segretario alla Difesa di trovare una ‘collocazione adeguata’ per la detenzione, a tempo indeterminato e senza incriminazione, di persone non di nazionalità statunitense. L’ordine cerca di impedire ai detenuti di cercare un rimedio giudiziario presso i tribunali nazionali, stranieri e internazionali. Se un detenuto dovesse essere processato, il procedimento si terrebbe di fronte a una commissione militare, un organismo creato dal potere esecutivo, diverso da un tribunale ordinario, indipendente e imparziale.

28 dicembre: un memorandum del dipartimento della Giustizia al Pentagono sostiene che, poiché Guantánamo Bay non è sotto sovranità statunitense, le corti federali non potrebbero prendere in considerazione le richieste di habeas corpus da parte di ‘nemici stranieri’ ivi detenuti.

2002

11 gennaio: arrivano a Guantánamo i primi detenuti provenienti dall’Afghanistan. Vengono collocati nelle gabbie chiuse da un reticolato di filo metallico, in una sezione chiamata Campo X-Ray.

7 febbraio: il presidente Bush firma un memorandum secondo il quale nessun detenuto talebano o di al-Qaeda sarà considerato prigioniero di guerra e l’articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 1949 non si applicherà nei loro confronti. L’articolo 3, tra l’altro, proibisce processi iniqui, torture, atti di crudeltà e ‘oltraggi alla dignità personale, in particolare i trattamenti umilianti e degradanti’.

28 aprile: i detenuti vengono spostati dal Campo X-Ray al Campo Delta.

1 agosto: un memorandum del dipartimento della Giustizia all’allora consigliere della Casa Bianca, Alberto Gonzales, afferma che il presidente può autorizzare la tortura, che gli addetti agli interrogatori possono infliggere sofferenza grave prima di oltrepassare il limite della tortura e che c’è un’ampia gamma di atti che potrebbero costituire trattamenti crudeli, disumani e degradati ma non tortura e che, come tali, non potrebbero essere perseguiti ai sensi delle leggi statunitensi che proibiscono gli atti di tortura da parte di funzionari statunitensi al di fuori degli Usa. Anche se si verificassero casi di tortura, aggiunge il memorandum, si potrebbe ricorrere alla tesi della ‘necessità’ o a quella dell”autodifesa’ per evitare ogni responsabilità penale.

1 agosto: sempre quel giorno, un memorandum del dipartimento della Giustizia alla Cia autorizza quest’ultima a usare 10 tecniche d’interrogatorio contro Abu Zubaydah, trattenuto in un centro segreto della Cia dal marzo 2002. Le tecniche comprendono posizioni dolorose, privazione del sonno, confino in uno spazio angusto e il ‘waterboarding’, in cui il detenuto viene sottoposto a un finto annegamento. Si ritiene che Abu Zubaydah sia stato sottoposto, tra le varie tecniche utilizzare contro di lui, ad almeno 83 sessioni di ‘waterboarding’. Dopo aver concluso il suo mandato, il presidente Bush dichiarerà nelle sue memorie di aver espressamente autorizzato l’uso di ‘tecniche rinforzate d’interrogatorio’ nei confronti di Abu Zubaydah, compreso il ‘waterboarding’.

2 dicembre: il segretario alla Difesa Ronald Rumsfeld approva ‘in linea di principio’ tecniche d’interrogatorio da usare a Guantánamo, tra cui incappucciamento, denudamento, privazione sensoriale, isolamento, posizioni dolorose e uso dei cani ‘per provocare stress’. Sei settimane dopo ritirerà quest’autorizzazione in bianco, affermando che dovrà essere richiesta caso per caso. Nelle sue memorie, pubblicate nel 2011, Rumsfeld confermerà il suo coinvolgimento nell’aver approvato l’uso di tecniche d’interrogatorio nei confronti di Mohamed al-Qahtani, dopo che era stato informato che questi ‘aveva informazioni che potevano salvare vite americane’. Spiegherà di aver ‘capito che le tecniche che avevo autorizzato erano da usarsi solo nei confronti di un individuo-chiave’, ovvero Mohamed al-Qahtani, anche se nelle stesse memorie scriverà che le autorità militari di Guantánamo a lui subordinate gli avevano chiesto ulteriori ‘tecniche di contro-resistenza’ perché ‘alcuni detenuti’ (si noti il plurale) avevano ‘resistito ai metodi d’interrogatorio in corso’.

4 e 10 dicembre: due detenuti afgani muoiono nel centro di detenzione Usa di Bagram, in Afghanistan, a seguito di torture o altri maltrattamenti.

2003

14 marzo: un memorandum del dipartimento della Giustizia al Pentagono afferma che ‘ogni tentativo da parte del Congresso di regolamentare gli interrogatori dei combattenti nemici violerebbe la Costituzione, che prevede che l’autorità di comandante in capo risieda solo nel presidente’. Il memorandum aggiunge che se i metodi d’interrogatorio non fossero in linea con gli obblighi degli Usa di fronte alla Convenzione Onu contro la tortura ‘ma fossero giustificati da necessità o autodifesa’, ‘considereremmo queste azioni comunque e in definitiva in linea col diritto internazionale’. Il memorandum prosegue chiarendo che se un addetto agli interrogatori dovesse recare danno a un ‘combattente nemico’ in un modo che potrebbe costituire un atto criminale, la difesa contro la responsabilità penale potrebbe essere quella che l’addetto agli interrogatori stava agendo per prevenire attacchi contro gli Usa da parte di al-Qaeda.

aprile: il segretario alla Difesa Rumsfeld autorizza tecniche d’interrogatorio quali isolamento, ‘manipolazione ambientale’ (come modificare la temperatura) e ‘modifica del sonno’. Ulteriori tecniche dovranno essere richieste caso per caso.

27 maggio: a Washington, il presidente del Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) incontra alti funzionari dell’Amministrazione Usa e, in relazione a Guántanamo, sollecita le autorità statunitensi a ‘istituire le dovute procedure legali e introdurre significativi cambiamenti per gli oltre 600 detenuti’.

giugno: un detenuto del Qatar, Ali Saleh Kahlah al-Marri è dichiarato ‘combattente nemico’ in base a un ordine presidenziale e viene trasferito dal circuito penitenziario ordinario a un carcere militare nella Carolina del Sud.

3 luglio: il Pentagono annuncia che il presidente Bush ha stabilito che sei detenuti di Guantánamo saranno processati dalle commissioni militari. Due dei sei verranno successivamente rilasciati senza accusa né processo e trasferiti nel Regno Unito.

2004

30 gennaio: l’Icrc esprime preoccupazione per il fatto che ‘le autorità Usa hanno posto i detenuti di Guantánamo al di fuori della legge. Ciò significa che, dopo oltre 18 mesi di prigionia, i detenuti non hanno ancora alcuna idea sul loro destino né alcuna modalità di ricorso attraverso qualsiasi meccanismo legale. Nel corso della sua visita, l’Icrc ha avuto modo di testimoniare l’impatto di questa incertezza sui detenuti. Ha osservato un impressionante deterioramento delle condizioni di salute psicologica di un ampio numero di essi’.

28 aprile: le fotografie delle torture e degli altri maltrattamenti compiuti da soldati statunitensi contro detenuti iracheni nella prigione di Abu Ghraib in Iraq vengono diffuse dalla Cbs News e successivamente in tutto il mondo.

maggio: viene aperto il Campo 5, vi vengono trasferiti i primi detenuti.

28 giugno: nella sentenza Rasul contro Bush, la Corte suprema federale stabilisce che i tribunali statunitensi possono esaminare ricorsi contro la legittimità della detenzione dei prigionieri di Guantánamo.

7 luglio: il Pentagono annuncia la costituzione dei Tribunali per il riesame dello status di combattente (Csrt), organismi composti da tre militari che dovranno esaminare se i prigionieri di Guantánamo sono ‘adeguatamente detenuti’ come ‘combattenti nemici’. I Csrt sono autorizzati a basarsi su prove segrete o estorte ai detenuti, che vengono privati di difesa legale e considerati ‘combattenti nemici’ fino a prova contraria.

14 settembre: vengono istituiti gli Organismi di revisione amministrativa col compito di effettuare ‘a loro discrezione’ revisioni annuali per determinare se le persone che si trovano a Guantánamo dovranno continuare a essere detenute dagli Usa.

novembre: un ricorso presentato a febbraio ai tribunali federali per conto di un detenuto dello Yemen, Salim Ahmed Hamdan, porta alla sospensione dei procedimenti preprocessuali delle commissioni militari.

2005

25 maggio: Amnesty International chiede la chiusura del centro di detenzione di Guantánamo. Questa richiesta viene fatta propria da esperti delle Nazioni Unite, dagli ex presidenti statunitensi Carter e Clinton, da capi di stato europei e di altri continenti e da altre organizzazioni giuridiche e per i diritti umani.

30 dicembre: il presidente Bush firma l’Atto sul trattamento dei detenuti, che diventa così legge. L’Atto proibisce l’uso di trattamenti crudeli, disumani e degradanti (solo, tuttavia, come descritti dalle leggi statunitensi, notevolmente al di sotto di quelli proibiti dal diritto internazionale) e allo stesso tempo limita gravemente il diritto dei detenuti di Guantánamo a una revisione giudiziaria sulla legittimità o sulle condizioni della loro detenzione.

2006

27 febbraio: cinque esperti delle Nazioni Unite producono un rapporto sui detenuti di Guantánamo in cui affermano, tra le altre cose, che: il diritto internazionale dei diritti umani è applicabile alla loro situazione; i detenuti hanno diritto a ricorrere in tribunale contro la legittimità della loro detenzione; il tentativo dell’Amministrazione Usa di ridefinire la ‘tortura’ desta ‘la più profonda preoccupazione”; le tecniche d’interrogatorio autorizzare dall’Amministrazione Usa violano il diritto internazionale; l’assenza di indagini imparziali sugli abusi viola gli obblighi degli Usa; le condizioni di detenzione ‘hanno prodotto un profondo deterioramento della salute mentale di molti detenuti’.

10 giugno: muoiono tre detenuti, apparentemente dopo aver commesso suicidio.

29 giugno: la Corte suprema federale, nel caso Hamdan contro Rumsfeld, dispone che le commissioni militari, così come costituite in base all’ordine militare del 2001, violano il diritto statunitense e internazionale. La Corte inoltre annulla il memorandum del presidente Bush del 2002, stabilendo l’applicabilità dell’articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra .ai detenuti di Guantánamo.

6 settembre: il presidente Bush annuncia il trasferimento a Guantánamo di 14 persone detenute in centri segreti della Cia anche da quattro anni e mezzo. È la prima conferma ufficiale dell’esistenza di un programma di detenzioni segrete. Il presidente Bush utilizza i 14 casi per far approvare una legge che autorizzi il proseguimento del programma, per ottenere ancora maggiore impunità per chi vi è coinvolto e per ripristinare le commissioni militari.

17 ottobre: il presidente Bush firma l’Atto sulle commissioni militari (Mca), che diventa legge. L’Mca toglie ai tribunali statunitensi la competenza per esaminare ricorsi di habeas corpus da parte di cittadini stranieri detenuti come ‘combattenti nemici’ dalle forze Usa in qualsiasi parte del mondo. Inoltre, l’Mca autorizza il presidente a istituire un sistema modificato di commissioni militari per processare tali detenuti; limita l’applicazione dell’Atto sui crimini di guerra che in passato era stato la base per perseguire tutte le violazioni dell’articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra; sostituisce con una formula più generica una serie di azioni contemplate nell’articolo 3, col risultato che non viene espressamente menzionato il divieto, ivi previsto, di processi iniqui e ‘oltraggi alla dignità personale, in particolare i trattamenti umilianti e degradanti’. Il presidente Bush dichiara che l’Mca autorizzerà la continuazione del programma di detenzioni segrete della Cia.

dicembre: apre il Campo 6.

13 dicembre: un giudice respinge la richiesta di habeas corpus di Salim Ahmed Hamdan, sostenendo che l’Mca priva le corti federali della competenza per considerare tale genere di appelli.

2007

20 febbraio: la Corte d’appello degli Usa sentenzia che, in base all’Mca, i tribunali federali non hanno competenza a ricevere ricorsi di habeas corpus da parte dei detenuti di Guantánamo.

30 marzo: il cittadino australiano David Hicks è il primo detenuto di Guantánamo a essere condannato dalle commissioni militari. In base a un accordo raggiunto prima del processo, Hicks si dichiara colpevole di ‘aver fornito supporto materiale al terrorismo’ e viene condannato a nove mesi di reclusione, da scontare in Australia.

27 aprile: il Pentagono annuncia di aver trasferito il cittadino iracheno ‘Abd al-Hadi al-Iraqi a Guantánamo, dopo aver trascorso un periodo di prigionia in un centro di detenzione della Cia.

30 maggio: un cittadino dell’Arabia Saudita viene trovato morto nella sua cella, apparentemente a seguito di suicidio.

7 giugno: Amnesty International e altre cinque organizzazioni per i diritti umani pubblicano i nomi, e altre informazioni, di 39 persone che ritengono essere state detenute in carceri segrete della Cia e il cui luogo di prigionia è sconosciuto.

20 luglio: il presidente Bush emana un ordine esecutivo che autorizza e rivendica la detenzione segreta. L’ordine afferma che l’articolo 3 delle Convenzioni di Ginevra si applica al programma di detenzioni segrete della Cia e sostiene che tale programma rispetta in pieno gli obblighi degli Usa in base allo stesso articolo 3, nella misura in cui ‘le condizioni di confino e le pratiche d’interrogatorio del programma’ rimangono nei limiti stabiliti nel suo ordine.

9 agosto: il Pentagono annuncia che i Csrt hanno stabilito che tutti e 14 i detenuti trasferiti a Guantánamo nel settembre 2006 sono da considerare ‘combattenti nemici’.

dicembre: muore un detenuto afgano, per cause riferite a un tumore al colon.

6 dicembre: il direttore della Cia rivela che le registrazioni filmate degli interrogatori condotti nel 2002 nei centri collegati al programma di detenzioni segrete sono state distrutte dalla stessa agenzia nel 2005. Emergerà successivamente che si trattava di 92 nastri, due dei quali relativi agli interrogatori di Abd al Rahim al Nashiri e gli altri 90 a quelli di Abu Zubaydah, che riprendevano l’uso di ‘tecniche rinforzate d’interrogatorio’, compreso il ‘waterboarding’.

2008

5 febbraio: il direttore della Cia conferma che la tecnica d’interrogatorio del ‘waterboarding’ è stata usata dall’agenzia nel 2002 e nel 2003 nei confronti di tre persone poste in detenzione segreta.

14 marzo: il Pentagono annuncia il trasferimento a Guantánamo del cittadino afgano Muhammad Rahim al-Afghani. In precedenza aveva trascorso un periodo di detenzione in un centro segreto della Cia. Sarà l’ultimo prigioniero a essere trasferito a Guantánamo.

13 maggio: il governo Usa imputa reati punibili con la pena di morte a cinque detenuti di Guantánamo, destinati a un processo comune di fronte alle commissioni militari. I cinque (Khalid Sheikh Mohammed, Walid bin Attash, Ramzi bin al Shibh, ‘Ali ‘Abd al-‘Aziz e Mustafa al Hawsawi) sono accusati di aver preso parte agli attacchi dell’11 settembre 2001 contro gli Usa. Prima del trasferimento, erano stati sottoposti a sparizione forzata e detenuti in un centro segreto della Cia per periodi di tempo anche di quattro anni e mezzo.

12 giugno: nel caso Boumediene contro Bush, la Corte suprema federale stabilisce che le persone detenute a Guantánamo come ‘combattenti nemici’ hanno il diritto di contestare la legittimità della loro detenzione di fronte a un tribunale. La Corte suprema definisce incostituzionali i tentativi dell’Amministrazione e del Congresso, attraverso l’Mca del 2006, di privare i detenuti del loro diritto all’ habeas corpus e qualifica come deficitaria la procedura sostitutiva istituita dall’Amministrazione e dal Congresso in vece delle procedure di habeas corpus.

15 luglio: con cinque voti a quattro, la Corte degli appelli del quarto circuito sentenzia che il Congresso ha conferito al presidente il potere di detenere Ali Saleh Kahlah al-Marri come ‘combattente nemico’.

luglio-agosto: si svolge il primo processo di fronte a una commissione militare istituita ai sensi dell’Mca del 2006. Salim Hamdan, cittadino yemenita, è giudicato colpevole da una giuria di cinque militari, di ‘aver fornito supporto materiale al terrorismo’ ed è assolto dall’accusa di ‘cospirazione’. Viene condannato a cinque anni e mezzo di carcere ma gli vengono accreditati quelli già trascorsi in detenzione. Nel novembre 2008 verrà trasferito nello Yemen per scontare la residua pena di un mese.

7 ottobre: un giudice federale ordina al governo degli Usa di rilasciare, negli Usa, i 17 cittadini uiguri ancora detenuti a Guantánamo. In precedenza, il governo aveva concesso che non si trattava di ‘combattenti nemici’. L’Amministrazione Usa fa appello contro la sentenza e il rilascio è rinviato a tempo indeterminato.

11 novembre: Amnesty International e cinque altre organizzazioni per i diritti umani chiedono ai governi europei di contribuire a porre fine alla situazione di Guantánamo accettando di accogliere quei prigionieri che non saranno accusati di alcun reato ma che non potranno far rientro nei paesi di origine per il timore di subire torture o altre violazioni dei diritti umani.

20 novembre: la Corte distrettuale del Distretto di Columbia ordina il rilascio di cinque dei sei uomini catturati in Bosnia ed Erzegovina nel gennaio 2002 e stabilisce che il sesto può rimanere in detenzione. È la prima sentenza in cui vengono accolte ed esaminate richieste di habeas corpus da parte di detenuti qualificati come ‘combattenti nemici’, a seguito della sentenza Boumediene contro Bush del giugno 2008.

5 dicembre: la Corte suprema federale accetta di esaminare il caso del cittadino del Qatar Ali al-Marri, detenuto negli Usa dal giugno 2003 come ‘combattente nemico’. La Corte dovrà valutare se il Congresso, approvando l’Autorizzazione all’uso della forza militare (vedi 14 settembre 2001), abbia autorizzato anche il carcere militare a tempo indeterminato per una persona legalmente residente negli Usa e catturata in suolo americano, che il governo sospetta abbia cospirato con al-Qaeda per compiere attacchi contro gli Usa.

11 dicembre: il Comitato per i servizi armati del Senato Usa diffonde il sommario delle sue conclusioni sugli abusi commessi contro i detenuti durante la ‘guerra al terrore’. Vi si legge, tra l’altro, che ‘alte autorità nel governo degli Usa hanno sollecitato informazioni su come usare tecniche aggressive, ridefinire la legge per creare un’apparenza di legalità e autorizzato il loro uso contro i detenuti’. Il Comitato sottolinea che le tecniche d’interrogatorio ‘aggressive’ autorizzate nel 2002 dall’allora segretario alla Difesa Rumsfeld sono state usate, oltre che a Guantánamo, anche in Iraq e in Afghanistan.

2009

14 gennaio: Susan Crawford, coordinatrice delle commissioni militari di Guantánamo, dichiara al Washington Post che la ragione per cui non consentirà che il procedimento nei confronti di Mohamed al-Qahtani vada avanti, è che il detenuto è stato torturato.

20 gennaio: Barack Obama s’insedia come presidente degli Usa.

22 gennaio: il presidente Obama firma tre ordini esecutivi, uno dei quali afferma che il centro di detenzione di Guantánamo ‘sarà chiuso appena possibile e non oltre un anno dalla data di questo ordine’. L’ordine prevede inoltre una revisione di tutti i casi dei detenuti e delle loro condizioni di detenzione, nonché uno stop ai procedimenti di fronte alle commissioni militari. Il presidente Obama ordina alla Cia di porre fine all’uso della detenzione segreta per lunghi periodi di tempo e delle ‘tecniche rinforzate d’interrogatorio’. Infine, dispone la revisione del caso di Ali al-Marri.

15 marzo: un rapporto confidenziale dell’Icrc trapelato all’esterno descrive le torture e gli altri trattamenti subiti da 14 ‘detenuti di elevato valore’ nelle mani della Cia, prima che nel settembre 2006 venissero trasferiti al Guantánamo. Quattro di essi hanno dichiarato all’Icrc che anche durante il periodo di detenzione segreta hanno trascorso del tempo all’interno di Guantánamo.

16 aprile: l’Amministrazione Usa rende pubblici quattro memorandum del dipartimento della Giustizia relativi agli interrogatori, precedentemente secretati, scritti nel 2002 e nel 2005.

15 maggio: il presidente Obama annuncia che ripristinerà i processi delle commissioni militari.

21 maggio: in un importante discorso sulla sicurezza nazionale, il presidente Obama ribadisce la sua intenzione di chiudere Guantánamo ma si dichiara a favore della detenzione a tempo indeterminato e senza processo per alcuni detenuti.

1 giugno: un detenuto dello Yemen viene ritrovato morto, apparentemente dopo aver commesso suicidio.

24 agosto: il procuratore generale Holder amplia il mandato del procuratore aggiunto John Durham, che sta indagando sulla distruzione delle registrazioni filmate degli interrogatori, affidandogli un ‘esame preliminare’ per determinare se gli interrogatori di persone detenute all’estero abbiano violato le leggi federali.

13 novembre: il procuratore generale Holder annuncia che cinque detenuti di Guantánamo, accusati di aver preso parte agli attacchi dell’11 settembre, saranno trasferiti negli Usa e processati da un tribunale federale ordinario. Si tratta degli stessi cinque imputati che erano stati rinviati a processo di fronte alle commissioni militari dall’Amministrazione Bush nel 2008.

15 dicembre: il presidente Obama emana un memorandum che individua come possibile sito ove trasferire i detenuti di Guantánamo nel penitenziario di Thomson, Illinois. Il Congresso bloccherà ogni tentativo in questa direzione.

2010

5 gennaio: la Casa Bianca annuncia che è stato deciso di sospendere, per motivi di sicurezza, il trasferimento da Guantánamo allo Yemen dei detenuti provenienti da questo paese.

22 gennaio: alla scadenza fissata dal presidente Obama un anno prima per la chiusura di Guantánamo, il centro di detenzione rimane aperto e vi trattiene ancora 198 persone, quasi la metà delle quali di nazionalità yemenita. La Task force incaricata di riesaminare la situazione del centro di detenzione presenta il suo rapporto finale in cui scrive, tra l’altro, di aver deciso che 48 detenuti non potranno essere processati né rilasciati e che ‘è stato unanimemente approvato che la loro detenzione dovrà proseguire ai sensi dell’Autorizzazione all’uso della forza militare’ del 2001.

aprile: il Pentagono emana i regolamenti relativi ai procedimenti di fronte alle commissioni militari. Il nuovo manuale conferma che l’Amministrazione Usa (come la precedente) si riserva il diritto di continuare a detenere persone a tempo indeterminato anche in caso di assoluzione da parte delle commissioni militari.

luglio: il detenuto sudanese Ibrahim al-Qosi si dichiara colpevole di reati di terrorismo. Il mese seguente sarà condannato a 14 anni di carcere.

ottobre: il detenuto di nazionalità canadese Omar Khadr, che aveva 15 anni quando venne catturato in Afghanistan otto anni prima, si dichiara colpevole di cinque capi d’accusa relativi a ‘crimini di guerra’. Per lui, una commissione militare chiede 40 anni di carcere, ma a seguito di un patteggiamento la pena viene ridotta a otto anni. Canada e Usa raggiungono un accordo in base al quale, al termine del primo anno di prigione, Omar Khadr sconterà il resto della pena in Canada.

9 novembre: il dipartimento della Giustizia annuncia, senza fornire spiegazioni, che nessuno verrà sottoposto a processo per ‘la distruzione, da parte del personale della Cia, delle registrazioni filmate degli interrogatori dei detenuti’.

2011

6 gennaio: Saeed Farhi bin Mohammed viene trasferito da Guantánamo, dove si trovava dal 2002, nel suo paese d’origine, l’Algeria. Nel novembre 2009, la sua detenzione era stata dichiarata illegittima da un giudice statunitense. Il detenuto aveva detto ai suoi avvocati che non voleva tornare in Algeria per paura di subire persecuzioni.

22 gennaio: il primo anniversario del mancato rispetto della scadenza indicata per chiudere Guantánamo trascorre con 174 detenuti ancora all’interno.

1 febbraio: muore un detenuto afgano, apparentemente per cause naturali.

18 febbraio: il detenuto sudanese Noor Uthman Muhammed è condannato a 14 anni di confino per reati di terrorismo dopo essersi dichiarato colpevole di fronte a una commissione militare. In cambio dell’ammissione di colpevolezza e della promessa di collaborare e testimoniare in altri procedimenti, viene deciso di sospendere ogni periodo di confino di durata superiore a 34 mesi.

4 aprile: il procuratore generale Holder annuncia che i cinque detenuti accusati di aver preso parte agli attacchi dell’11 settembre, di cui egli il 13 novembre 2009 aveva disposto il trasferimento negli Usa e un processo di fronte a un tribunale federale ordinario, saranno invece processati dalle commissioni militari.

20 aprile:  ‘Abd al Rahim al Nashiri viene formalmente incriminato per il procedimento di fronte alle commissioni militari. È accusato di ‘omicidio in violazione delle leggi di guerra’ e ‘terrorismo’. È accusato di aver avuto un ruolo per avuto un ruolo preponderante in due attentati: il primo, il 12 ottobre 2000 nello Yemen, contro la portaerei americana Cole in cui furono uccisi 17 marinai statunitensi e feriti altri 40; il secondo, il 6 ottobre 2002 nel golfo di Aden contro la petroliera francese  Mv Limburg, che causò la morte di un membro dell’equipaggio.

16 maggio: nel caso Mohamed contro Jeppesen la Corte suprema federale, senza aggiungere commenti, respinge il ricorso di cinque detenuti che avevano denunciato di essere stati sottoposti a sparizioni forzate, torture e altre violazioni dei diritti umani nell’ambito del programma di rendition (i trasferimenti segreti) della Cia. La Corte ribadisce così la validità della sentenza adottata a stretta maggioranza da una corte d’appello federale che aveva dato ragione all’Amministrazione Usa, che aveva invocato ‘il privilegio del segreto di stato’ per respingere ricorsi senza entrare nel merito.

18 maggio: muore un detenuto afgano, apparentemente dopo aver commesso suicidio.

31 maggio: vengono formalizzare le accuse nei confronti dei cinque imputati per gli attacchi dell’11 settembre, per il procedimento di fronte alle commissioni militari. Il governo conferma che chiederà la pena di morte nei loro confronti.

30 giugno: il procuratore generale Holder annuncia che l’esame preliminare condotto dal procuratore aggiunto John Durham sugli interrogatori condotti dalla Cia è terminata. Il procuratore generale Holder fa sapere di aver accolto la raccomandazione di Durham per una ‘piena indagine penale sulla morte in detenzione di due persone’. Al di là di questo episodio, aggiunge ‘non si richiede una più ampia indagine penale sulle altre questioni’.

28 settembre: il responsabile delle commissioni militari accoglie la raccomandazione del pubblico ministero che la pena di morte sia considerata tra le possibili opzioni contro ‘Abd al Rahim al Nashiri, in quanto i reati a lui imputati sono punibili con la pena capitale.  

9 novembre: si svolge l‘udienza preliminare durante la quale sono letti i capi di imputazione ad  ‘Abd al Rahim al Nashiri. 

1 dicembre: 171 persone provenienti da oltre 20 paesi restano detenute a Guantánamo, la maggior parte delle quali senza accusa né processo.

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Comunicato stampaGuantanamo 2002-2012: ‘Un decennio di danni ai diritti umani’

Decimo anniversario di Guantánamo: fatti e cifre

Firma l’appello ‘Usa:”Abd al Rahim Hussayn Muhammed al Nashiri rischia la pena di morte’

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