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In Perú è trascorso ormai un mese dalla dichiarazione dello stato d’emergenza, proclamato a seguito della crisi politica iniziata il 7 dicembre.
Da allora, nei confronti delle manifestazioni scoppiate in tutto il paese, le forze di sicurezza hanno usato la mano dura: quasi 50 morti (18 dei quali solo questa settimana nella città di Juliaca, dove per ritorsione un agente di polizia è stato bruciato vivo) e un numero ancora maggiore di feriti. Molti i minorenni tra le vittime.
L’uso sproporzionato e non necessario della forza è la peggiore delle risposte possibili alla crisi in corso.
Amnesty International ha sollecitato la procura nazionale peruviana a indagare su tutti i casi di uso eccessivo della forza: non solo rispetto ai responsabili diretti ma anche a chi ha ordinato di aprire il fuoco contro le proteste.
L’organizzazione per i diritti umani ha anche chiesto che siano assicurati immediati soccorsi alle persone ferite: sono infatti giunte segnalazioni di operatori sanitari aggrediti e di ambulanze che sono state bloccate, impedendo loro di raggiungere tempestivamente le persone che avevano bisogno di soccorsi.