Tempo di lettura stimato: 5'
All’indomani dell’approvazione del decreto legge contenente norme sul contrasto della violenza di genere e ulteriori norme su temi diversi che l’organizzazione analizzerà con attenzione, in quanto potenzialmente rilevanti per la protezione dei diritti umani in Italia, Amnesty International Italia ha dichiarato che il provvedimento adottato dal Consiglio dei ministri l’8 agosto è il riconoscimento di una situazione grave e ancora non adeguatamente affrontata.
‘Dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul del 19 giugno, questo decreto legge è un segnale che l’Italia considera prioritario l’impegno contro la violenza sulle donne. Ogni anno, negli ultimi 10 anni, oltre 100 donne sono state uccise per mano di un uomo e nella metà dei casi il colpevole era il partner o un ex partner. In oltre il 90 per cento dei casi manca la denuncia e ciò rende la violenza contro le donne un fenomeno invisibile e raramente sanzionato’ – ha dichiarato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia.
Sulla base di quanto riportato dagli organi d’informazione, non essendo ancora disponibile il testo ufficiale del decreto legge, Amnesty International ha notato che le norme adottate prevedono diverse misure repressive nonché di tutela delle vittime della violenza avvenuta. Sarebbe essenziale, nello spirito della Convenzione, che venisse attribuita altrettanta importanza alla prevenzione della violenza.
Il decreto legge assicura una costante informazione alle parti offese in ordine allo svolgimento dei relativi procedimenti penali; estende la possibilità di acquisire testimonianze con modalità protette allorquando la vittima sia una persona minorenne o maggiorenne che versa in uno stato di particolare vulnerabilità; prevede che in presenza di gravi indizi di colpevolezza di violenza sulle persone o minaccia grave e di serio pericolo di reiterazione di tali condotte con gravi rischi per le persone, il pubblico ministero – su informazione della polizia giudiziaria – possa richiedere al giudice di irrogare un provvedimento inibitorio urgente, vietando all’indiziato la presenza nella casa familiare e di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona; stabilisce che i reati di maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi e di stalking sono inseriti tra i delitti per i quali la vittima è ammessa al gratuito patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito; fa riferimento al rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione.
A completamento del pacchetto di norme adottate l’8 agosto, si è provveduto a varare un nuovo piano straordinario, di cui non sono rese note le modalità di finanziamento, di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari, a carattere trasversale, per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.
‘Auspichiamo che l’attuazione delle norme contenute nel decreto legge possa davvero fornire protezione alle donne, restituendo loro fiducia nell’operato delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia’ – ha aggiunto Sami.
Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne è una delle 10 richieste contenute nell’Agenda in 10 punti per i diritti umani che Amnesty International ha presentato a tutti i candidati e leader di coalizione, nell’ambito della campagna ‘Ricordati che devi rispondere’, nel corso dell’ultima campagna elettorale. Tale richiesta è stata sottoscritta da tutti i leader delle formazioni che compongono l’attuale governo e da 117 parlamentari.
Per rendere più efficace l’azione contro la violenza sulle donne, Amnesty International Italia ha deciso di aderire a ‘No more’, la coalizione nazionale contro la violenza maschile sulle donne e il femminicidio.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 agosto 2013
Per ulteriori informazioni:
Amnesty International Italia
Ufficio Stampa
348 6976920