Delta del fiume Niger: il governo nigeriano inizia a pulire ma la Shell non pensi sia finita qui

7 Giugno 2016

Tempo di lettura stimato: 2'

Il 2 giugno 2016, come annunciato un mese prima dal presidente Buhari a seguito di anni e anni di pressioni sulle autorità, il governo della Nigeria ha iniziato la bonifica dei territori della regione dell’Ogoniland, sottoposti per decenni a inquinamento da parte delle compagnie petrolifere, in particolare della Shell.

La decisione del governo nigeriano, ha però ricordato Amnesty International, non esonera minimamente la Shell dalle sue responsabilità e dall’obbligo, previsto dalle leggi locali, di bonificare i terreni inquinati.

Nel corso del 2015 dagli oleodotti della Shell si sono verificate almeno 130 fuoriuscite di petrolio, che vanno ad aggiungersi a decine di precedenti fuoriuscite cui il gigante petrolifero ha falsamente dichiarato di aver rimediato, sostenendo per di più – smentito da Amnesty International – che nella maggior parte dei casi le fuoriuscite fossero state causate da furti di petrolio.

Le fuoriuscite di petrolio continuano a distruggere i mezzi di sopravvivenza di migliaia e migliaia di persone nella zona del Delta del fiume Niger. E, qualunque sia stata la causa, la Shell ha l’obbligo legale di bonificare i terreni inquinati. Non può lasciare che sia il governo nigeriano a fare il lavoro sporco che le compete.