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Il 30 maggio 18 persone, la maggior parte delle quali straniere, sono state fucilate a Tripoli e Bengasi. Lo ha reso noto, senza rivelare l’identità delle persone messe a morte, il quotidiano Cerene, comunicando che tutte erano state condannate per omicidio premeditato.
Secondo Amnesty International, in Libia le condanne a morte vengono inflitte al termine di processi che non rispettano le norme internazionali. Gli imputati di nazionalità straniera sono spesso privati dei servizi d’interpretariato e del diritto di ricevere assistenza da parte dei propri consolati.
Nei bracci della morte della Libia si trovano attualmente oltre 200 prigionieri, la maggior parte dei quali stranieri.
Maggiori informazioni sono disponibili online
Rapporto annuale 2010 – Libia