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Il 7 gennaio 2020 il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha stabilito che gli stati devono tenere in considerazione le violazioni dei diritti umani causate dai cambiamenti climatici quando valutano le domande di asilo.
In altri termini, rischiano di violare gli obblighi internazionali sui diritti umani se rimandano una persona in un paese dove, a causa della crisi del clima, la sua vita sia a rischio.
A rivolgersi al Comitato, nel febbraio 2016, era stato Ioane Teitiota, un uomo di Kiribati (arcipelago dell’Oceano Pacifico), la cui domanda d’asilo in Nuova Zelanda era stata respinta nel settembre 2015.