“Il diritto all’alloggio non deve essere interpretato in senso limitato o restrittivo tale da riferirsi alla fornitura di un mero tetto sulla testa o da intendere l’alloggio esclusivamente come un bene. Piuttosto, deve essere interpretato come il diritto a vivere in un luogo in sicurezza, pace e dignità”
Comitato delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali, Commento generale 4: Il diritto a un alloggio adeguato, 13 dicembre 1991, par.7.
Tutti gli stati sono parte di uno o più trattati internazionali sui diritti umani che garantiscono il diritto a un alloggio adeguato.
Il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali è il principale trattato relativo al diritto a un alloggio adeguato. L’articolo 11.1 del Patto stabilisce che tutti i governi che l’hanno sottoscritto devono “riconoscere il diritto di ciascuno a un adeguato standard di vita per sé stesso e per la propria famiglia, compresi cibo, vestiario e alloggio adeguati, nonché il continuo miglioramento delle condizioni di vita. Gli stati membri prenderanno adeguati provvedimenti per garantire la realizzazione di tali diritti e riconoscono, in ragione di questo obiettivo, l’importanza della cooperazione internazionale basata sul libero consenso”.
Quando uno stato è parte di un trattato internazionale è giuridicamente vincolato ad adempiere ai propri obblighi ai sensi di tale trattato; tra questi l’applicazione, a livello nazionale, delle norme in esso contenute.
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Gli stati sono chiamati a rispettare, tutelare e attuare il diritto a un alloggio adeguato. Al fine di rispettare tale diritto, i governi non dovrebbero interferire con le condizioni di alloggio delle persone senza un’adeguata procedura e non dovrebbero eseguire sgomberi forzati.
I funzionari pubblici dovrebbero proteggere le persone da ogni interferenza rispetto al godimento dei loro diritti compiuta da terze parti, come i proprietari o le aziende.
Gli sgomberi forzati violano il diritto all’alloggio e dovrebbero essere evitati nella pratica e proibiti dal diritto interno. Gli stati dovrebbero avere una legislazione adeguata per proibire gli sgomberi forzati, prevenire la discriminazione da parte dei proprietari e regolare le condizioni di locazione e di alloggio.
Per realizzare i loro obblighi internazionali, i governi dovrebbero adottare tutte le misure legislative necessarie, in particolare amministrative, finanziarie, giudiziarie, promozionali e di altro tipo, per rendere il diritto a un alloggio adeguato una realtà per tutti. Le politiche e i programmi dovrebbero essere sviluppati e attuati in modo da accrescere l’accesso a un alloggio adeguato per tutti e migliorare le condizioni abitative nel paese.
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Uno sgombero forzato è il trasferimento di persone contro la loro volontà, dalle abitazioni o dalle terre che occupano, senza protezione legale o altre garanzie.
Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali ha stabilito che le richieste di sgombero forzato sono incompatibili con le disposizioni del Patto, sottolineando che uno stato “deve astenersi dall’effettuare sgomberi forzati e garantire che la legge sia applicata nei confronti di propri agenti o terze parti che procedono a questi sgomberi forzati”.
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Secondo il diritto internazionale dei diritti umani, gli sgomberi potrebbero essere eseguiti solo come ultima risorsa, una volta che tutte le alternative praticabili siano state analizzate in una reale consultazione con le persone interessate. Gli sgomberi non possono essere eseguiti se non siano state poste in essere dovute procedure e garanzie legali, come garantire alle persone interessate:
I governi dovrebbero anche garantire che nessuno rimanga senza abitazione o sia esposto ad altre violazioni dei diritti umani come conseguenza di uno sgombero. Le persone sgomberate devono essere risarcite di tutte le perdite e i governi devono fornire alloggi alternativi adeguati a chi non può provvedere ai propri bisogni.
Indennizzi e proposte di soluzioni abitative, compresi i reinsediamenti, devono essere forniti prima della data dello sgombero. Tutte le misure di reinsediamento come la costruzione di abitazioni, la fornitura di acqua, elettricità, servizi igienici, scuole, accesso alle strade e assegnazione di terre e spazi, devono essere in linea con gli standard internazionali sui diritti umani