Il ministro della Difesa afgano e un alto funzionario statunitense di stanza nella capitale Kabul hanno confermato l’attacco con un drone avvenuto nelle prime ore del 19 settembre nella zona di Khogyani, situata nella provincia di Nangarhar.
Non è ancora certo il numero delle vittime civili, quasi tutti contadini: a seconda delle fonti, si va da un minimo di nove a un massimo di 35.
“Ancora l’ennesimo giorno di sangue, ancora una volta i civili a pagare il prezzo più alto della violenza dei gruppi armati, del governo afgano e dell’esercito statunitense“, ha dichiarato Daphne Eviatar, direttrice del programma Sicurezza e diritti umani di Amnesty International Usa.
“Che un drone statunitense destinato a colpire militanti dello Stato islamico abbia invece provocato la morte di decine di contadini, è un fatto inaccettabile e dimostra uno scioccante disprezzo per la vita umana“, ha aggiunto Eviatar.
Quasi contemporaneamente, altri 20 civili sono stati uccisi in un attentato suicida contro un ospedale nella provincia di Zabul, rivendicato dai talebani.