L’editoriale

12 Luglio 2022

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Cara amica, caro amico,

l’aggressione della Federazione russa ai danni dell’Ucraina prosegue le ostilità iniziate nel 2014 e minaccia seriamente la stabilità del continente. Paesi neutrali come Svezia e Finlandia hanno formalizzato la propria domanda di ingresso nella Nato e le immagini che provengono da Mariupol lasciano intendere che il conflitto rischia di protrarsi a lungo, estendendosi in altre aree limitrofe. Fin dai primi giorni, si sono susseguite accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità e diverse fonti hanno parlato anche di crimini di genocidio da parte delle forze armate russe. Il Cremlino ha respinto le accuse, sostenendo che si trattava della falsa propaganda dell’Occidente. Come Amnesty International, non possiamo che prendere posizione a favore dei diritti umani. Anzitutto, la Federazione russa ha commesso un crimine internazionale invadendo l’Ucraina, ed è importante non soprassedere su questa responsabilità, sia perché è l’unica che mette sotto accusa il governo russo senza possibilità di scappatoie sia perché non si deve creare un precedente per il futuro. In secondo luogo, i crimini di guerra, contro l’umanità e di genocidio commessi nel conflitto, non importa da chi, devono essere accertati, documentati e i responsabili non possono restare impuniti. Dobbiamo garantire questo alla popolazione ucraina. Al tempo stesso, dobbiamo fare il possibile per tutelare la società civile russa, che sta pagando in prima persona le conseguenze delle scelte del proprio governo, sia per le sanzioni sia per la repressione del dissenso. Infine, la guerra in Ucraina ci ha permesso di vedere che politiche migratorie coerenti con i diritti umani sono possibili. In Europa, come in ogni teatro di guerra, dobbiamo far sentire la nostra voce.

 

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