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Il tribunale per i reati minori di Mokattam, al Cairo, ha condannato Zyad el-Elaimy (avvocato per i diritti umani, ex parlamentare e ora tra i leader del Partito socialdemocratico egiziano) a un anno di carcere e a una multa di 20.000 lire egiziane (circa 1200 euro) per “aver diffuso notizie false allo scopo di seminare il panico nella popolazione” e “disturbo della quiete pubblica“.
I due “reati” corrispondono a un’intervista rilasciata nel 2017 al canale arabo della rete televisiva britannica Bbc.
“Non solo el-Alaimy è illegalmente in prigione dal giugno scorso, ma ora dovrà trascorrervi un anno per un’intervista in cui denunciava gli arresti per motivi politici, le sparizioni forzate e la tortura in Egitto“, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.
“Le accuse infondate mosse contro di lui derivano unicamente dall’espressione pacifica delle sue opinioni. Siamo di fronte all’ennesima prova che le autorità egiziane mostrano una completa intolleranza verso il dissenso. Punire con un anno di carcere una persona per aver dato un’intervista è un’oltraggio“, ha proseguito Luther.
“Chiediamo alle autorità egiziane di rilasciare immediatamente e senza condizioni el-Elaimy, che è un prigioniero di coscienza, e annullare tutte le accuse nei suoi confronti“, ha concluso Luther.
El-Elaimy ha presentato ricorso contro la condanna e il processo d’appello è previsto il 7 aprile. Egli resta in detenzione preventiva in relazione a un’altra inchiesta, nota come “caso Speranza“, in cui è accusato insieme ad altri esponenti politici di reati di terrorismo per aver cercato di fondare un’alleanza per le elezioni parlamentari del 2020.