Egitto, congelati conti di importanti attivisti e Ong per i diritti umani

16 Settembre 2016

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Il 17 settembre al Cairo il tribunale di Zeinhom ha stabilito il congelamento dei conti bancari di un gruppo di noti attivisti e avvocati per i diritti umani insieme al blocco dei conti di tre organizzazioni non governative. L’accusa, sulla base di un’inchiesta politicamente motivata che va avanti dal giugno 2011, è di aver usato finanziamenti esteri per “scopi illegali“.

Le persone colpite dal provvedimento sono Hossam Bahgat, giornalista investigativo e fondatore dell’Iniziativa egiziana per i diritti della persona; Gamal Eid, fondatore della Rete araba d’informazione sui diritti umani; Bahey el-Din Hassan, fondatore e direttore dell’Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani; Mostafa al-Hassan, direttore del Centro legale Hisham Mubarak; e Abdel Hafez Tayel, direttore del Centro egiziano per il diritto all’istruzione.

Se giudicati colpevoli dei reati per i quali sono stati congelati i loro conti bancari, gli imputati rischiano persino una condanna all’ergastolo (automaticamente commutata a 25 anni).

I conti bancari congelati sono quelli dell’Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani, del Centro legale Hisham Mubarak e del Centro egiziano per il diritto all’istruzione. Nella sentenza non si fa menzione della sorte dei conti bancari dell’Iniziativa egiziana per i diritti della persona e della Rete araba d’informazione sui diritti umani.

Il tribunale non ha accolto la richiesta di congelare i conti bancari anche dei familiari degli imputati.

Tra gli “scopi illegali” da perseguire mediante i finanziamenti esteri vi sarebbero, secondo la magistratura egiziana, lo svolgimento di attività dannose per gli interessi nazionali, la destabilizzazione della pace e la minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico.

Amnesty International ha giudicato la sentenza “un altro duro colpo inferto alla società civile egiziana“. Tutto ciò che hanno fatto le persone e le organizzazioni non governative sotto inchiesta è di aver svolto attività in difesa dei diritti umani.