Egitto, dirigente di una Ong arrestato dopo un incontro con alcuni ambasciatori. Amnesty International: “Atto di rappresaglia. Intervenga la Farnesina”

16 Novembre 2020

Tempo di lettura stimato: 4'

Nelle prime ore di domenica 15 novembre, agenti in borghese hanno fatto irruzione nell’abitazione di Mohamed Basheer, direttore amministrativo dell’Ong Iniziativa egiziana per i diritti della persona (Eipr), che si occupa di un ampio spettro di diritti politici, civili, economici e sociali in Egitto.

Basheer è stato trasferito presso una sede dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (i servizi segreti civili), dove è stato trattenuto per oltre 12 ore e interrogato, senza avvocato, a proposito di una visita effettuata presso la sede dell’Eipr il 3 novembre da alcuni ambasciatori e rappresentanti diplomatici di stati occidentali.

In seguito, Basheer è stato portato alla Procura suprema per la sicurezza dello stato, dove un avvocato ha potuto assistere all’interrogatorio, questa volta riguardante le pubblicazioni dell’Eipr e l’assistenza legale fornita dall’Ong alle vittime di violazioni dei diritti umani.

Basheer è stato aggiunto al caso 855/2020, un’inchiesta della Procura suprema per la sicurezza dello stato che ruota intorno ad accuse infondate di terrorismo e che coinvolge importanti difensori dei diritti umani e giornalisti, tutti in carcere, tra cui Mahienour el-Masry, Mohamed el-Baqer, Solafa Magdy ed Esraa Abdelfattah.

Come ampiamente documentato da Amnesty International, la Procura suprema per la sicurezza dello stato usa la detenzione preventiva per lunghi periodi di tempo e per infondate accuse di terrorismo per imprigionare per mesi e addirittura per anni oppositori, voci critiche e difensori dei diritti umani, senza processarli.

Arrestando Basheer, esponente di una delle più prestigiose organizzazioni indipendenti per i diritti umani, le autorità egiziane hanno dimostrato ancora una volta quanto siano intolleranti verso chi monitora la spaventosa situazione dei diritti umani nel paese. Il messaggio agghiacciante che arriva a una comunità dei difensori dei diritti umani ormai sotto assedio è: siete tutti in pericolo“, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.

Condanniamo nel modo più fermo l’arresto e la detenzione di Basheer e siamo convinti che egli sia stato preso di mira solo a causa del legittimo operato per i diritti umani della sua organizzazione e per aver incontrato diplomatici occidentali. Gli stati della comunità internazionale, soprattutto quelli i cui rappresentanti hanno preso parte all’incontro del 3 novembre, devono dimostrare che non accetteranno questo genere di rappresaglia e devono sollecitare le autorità egiziane a rilasciare immediatamente e senza condizioni Basheer, annullare tutte le accuse nei suoi confronti e porre fine alla persecuzione nei confronti della società civile e dei difensori dei diritti umani“, ha concluso Luther.

Le circostanze che Basheer sia stato arrestato dopo l’incontro dell’Eipr con una delegazione di ambasciatori, tra cui quello italiano, e che su tale incontro sia stato interrogato rendono particolarmente urgente e necessario un intervento della Farnesina presso le autorità egiziane affinché egli sia immediatamente scarcerato e le accuse nei suoi confronti siano ritirate“, ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.

Temiamo che l’accusa di terrorismo nei confronti di un dirigente dell’Eipr possa ripercuotersi sulla vicenda di Patrick Zaki, da oltre nove mesi detenuto senza processo, che con quell’organizzazione aveva collaborato prima di trasferirsi in Italia per motivi di studio“, ha aggiunto Rufini.