Egitto, giornalista rischia la corte marziale

8 Gennaio 2013

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Mohammed Sabry, blogger e giornalista freelance, rischia la corte marziale dopo essere stato arrestato il 4 gennaio 2013 a Rafah, lungo il confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, per aver varcato una zona militare proibita e avervi effettuato delle riprese senza autorizzazione.

Al momento dell’arresto, Sabry stava svolgendo un servizio per conto dell’agenzia Reuters sull’applicazione dei regolamenti sulla proprietà dei terreni nel nord del Sinai. Ai sensi dell’art. 80 del codice penale, rischia una multa e fino a un anno di carcere. È detenuto nel carcere di Arish in attesa della prima udienza, prevista il 9 gennaio.

Sabry è il primo civile ad andare a processo in corte marziale dopo l’approvazione della nuova Costituzione egiziana, il cui articolo 198 prevede che i tribunali militari possano giudicare imputati civili.

Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane ad annullare le accuse contro Sabry e a rilasciarlo immediatamente.

Dal febbraio 2011 al giugno 2012, nei 17 mesi di governo del Consiglio supremo delle forze armate tra le dimissioni di Hosni Mubarak e l’insediamento alla presidenza dell’Egitto di Mohammed Morsi, oltre 12.000 civili sono stati sottoposti a processi iniqui di fronte ai tribunali militari.

Amnesty International si oppone ai processi dei civili nei tribunali militari, le cui procedure violano una serie di standard internazionali sui processi equi tra cui il diritto a un’udienza equa e pubblica di fronte a un tribunale competente, imparziale e indipendente istituito dalla legge, il diritto a un periodo di tempo adeguato a preparare la difesa, il diritto a essere difesi da un avvocato di propria scelta e il diritto di ricorrere in appello contro la condanna presso un tribunale di grado superiore.