Egitto: i militari ampliano la legislazione d’emergenza

14 Settembre 2011

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Amnesty International ha condannato la decisione del Consiglio supremo delle forze armate (Scaf), l’organo militare al potere in Egitto, di ampliare il raggio d’applicazione della legislazione d’emergenza. Si tratta, secondo l’organizzazione, della più grave erosione dei diritti umani dalle dimissioni del presidente Mubarak, avvenute all’inizio dell’anno.

La decisione è stata presa il 12 settembre, pochi giorni dopo gli scontri del fine settimana precedente di fronte all’Ambasciata israeliana al Cairo tra dimostranti e forze di sicurezza, in cui erano morte tre persone ed erano stati eseguiti circa 130 arresti.

Ristretta nel 2010 ai reati di terrorismo e droga, la legislazione d’emergenza è tornata a occuparsi di reati quali disturbo della circolazione, blocco stradale, possesso e smercio di armi e ‘attacco alla libertà di lavorare’. Ne risultano profondamente minacciati i diritti alla libertà d’espressione, di associazione, di riunione e di sciopero.

Le autorità militari hanno fatto tornare indietro l’Egitto ai vecchi, brutti tempi. Persino Mubarak aveva limitato l’estensione delle leggi d’emergenza‘ – ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Domani, venerdì 16 settembre, sono previste proteste di massa al Cairo, in piazza Tahrir, e in altre città del paese per chiedere la revoca del trentennale stato d’emergenza prima delle elezioni parlamentari di novembre.

Temiamo che la decisione dello Scaf possa essere interpretata dalle forze di sicurezza come il segnale che le redini sono state sciolte. È molto preoccupante constatare che sono stati ridati loro gli stessi poteri di cui hanno abusato impunemente in passato. Sollecitiamo le autorità egiziane a rispettare il diritto di manifestare in forma pacifica e chiediamo allo Scaf di abolire lo stato d’emergenza, come aveva promesso a febbraio‘ – ha aggiunto Luther.

Sulla base dello stato d’emergenza, le forze di sicurezza hanno poteri illimitati di effettuare perquisizioni, arresti e imprigionamenti. Gli imputati sono processati da tribunali speciali, le Corti supreme per la sicurezza dello stato.