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Il rilascio di un attivista egiziano, dopo un anno di prigione, è un forte richiamo al fatto che i tribunali militari non possono garantire giustizia ai civili, ha dichiarato Amnesty International.
Amr El Beheiry è stato rimesso in libertà lunedì 20 febbraio dopo che un tribunale militare, il 15 febbraio, aveva ridotto la sentenza originale di cinque anni a sei mesi e una multa di 50 sterline egiziane.
‘Amr El Beheiry non solo è stato ingiustamente giudicato da un tribunale militare in quanto civile, ma è stato privato della libertà per quasi un anno a causa di una sentenza pronunciata senza alcun rispetto per il giusto processo’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
‘Quello di Amr El Beheiry non è l’unico caso. Migliaia di civili egiziani sono stati condannati dai tribunali militari. Molti di loro sono in attesa del nuovo processo dopo aver presentato appello; alcuni sono troppo poveri per sostenere i costi di un processo di appello oppure semplicemente non sono a conoscenza del loro diritto a ricorrere in appello’.
‘Il fatto che l’accusa di aggressione nei suoi confronti sia decaduta, significa che Amr El Beheiry ha passato tutto questo tempo in carcere solo per aver infranto il coprifuoco’ – ha commentato Sahraoui.
Amr El Buheyri era stato arrestato il 26 febbraio 2011 al Cairo, quando la polizia militare e l’esercito avevano disperso una manifestazione contro il governo. Dopo che la tv di stato e i quotidiani filogovernativi lo avevano descritto come un criminale, una corte marziale lo aveva condannato per aver infranto il coprifuoco e aggredito un ufficiale, a conclusione di un processo durato pochi minuti e durante il quale gli era stato impedito di essere rappresentato da un avvocato di sua scelta.
Dopo l’arresto e durante la detenzione, Amr El Buheyri è stato picchiato, insultato e sottoposto a umiliazioni nel carcere di Wadi El Guedid, a sud-ovest del paese, a circa 700 chilometri dalla sua famiglia, che si trova nella città di Tanta, nella regione del Delta del Nilo. Successivamente è stato trasferito nel carcere di Wadi Natroun, insieme a criminali comuni.
Nel settembre 2011, le autorità militari hanno dichiarato che da gennaio circa 12.000 persone erano state sottoposte a processo presso tribunali militari. Molte di esse sono state rilasciate, ma migliaia sono ancora in carcere a conclusione di processi iniqui. Nel gennaio di quest’anno, il Consiglio supremo delle forze armate (Scaf) ha annunciato un’amnistia in favore di 1959 persone condannate dai tribunali militari. Nello stesso mese, il capo dello Scaf ha annunciato l’abrogazione dello stato di emergenza in vigore da 30 anni fatta eccezione per i reati di teppismo. Questa eccezione potrebbe significare che il ministro dell’Interno avrebbe ancora la facoltà di ordinare la detenzione illimitata senza accuse né processo.
Si stima che almeno 53 persone siano in detenzione amministrativa in base alla legislazione di emergenza.
(22/02/2012) Egitto: forze di sicurezza prive di controllo, denuncia Amnesty International