Egitto, la decisione di disperdere i sit-in pro Morsi ‘una ricetta per il disastro’

1 Agosto 2013

Tempo di lettura stimato: 2'

La decisione assunta il 31 luglio 2013 dal governo egiziano, che ha conferito alle forze di sicurezza il mandato di porre fine a tutti i sit-in organizzati nella Grande Cairo in favore del deposto presidente Mohamed Morsi è, considerando le recenti violenze contro i manifestanti, una ‘ricetta per il disastro’ e rappresenta il via libera per compiere ulteriori violazioni dei diritti umani.

‘Il governo egiziano dovrebbe assumere un approccio basato sulla persuasione, sul negoziato, sulla mediazione, evitando il ricorso alla forza, così come raccomandato dagli standard internazionali’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

In un discorso televisivo, il governo ha annunciato che i sit-in pro-Morsi saranno d’ora in avanti considerati ‘una minaccia alla sicurezza nazionale’, senza menzionare in alcun modo le eventuali misure adottate per ridurre al minimo gli scontri violenti ed evitare morti e feriti.

Nel fine settimana precedente, l’intervento delle forze di sicurezza nei confronti di una protesta nel pressi di Rabaa al-Adawya aveva provocato la morte di oltre 70 persone.

‘L’uso della violenza da parte di alcuni manifestanti non può costituire il pretesto per impedire ad altri di esercitare il loro diritto di protesta pacifica. Le autorità egiziane sono obbligate a rispettarlo e la decisione di disperdere le manifestazioni dev’essere considerata solo come estrema risorsa’ – ha aggiunto Sahraoui.