Egitto, le organizzazioni non governative nel mirino dei militari

8 Febbraio 2012

Tempo di lettura stimato: 3'

Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane a prosciogliere dalle accuse 43 persone rinviate a processo il 5 febbraio nell’ambito di un’indagine sul finanziamento e la registrazione delle Organizzazioni non governative (Ong). L’organizzazione per i diritti umani ha anche chiesto l’abrogazione della Legge sulle associazioni (legge 84 del 2002), risalente all’era Mubarak, che prevede forti limitazioni e condizionamenti rispetto alla registrazione degli organismi della società civile e al ricevimento di finanziamenti dall’estero.

Nel tentativo di tenere in piedi la storia della cospirazione straniera, ora le autorità mettono nel loro mirino le Ong estere, in attesa che sia il turno di quelle egiziane che si occupano di diritti umani‘.

Al centro dell’inchiesta sono 14 cittadini egiziani e 29 stranieri tra statunitensi, serbi e tedeschi, legati a cinque organizzazioni non governative: l’Istituto nazionale democratico (Ind), l’Istituto internazionale repubblicano (Iir), il Centro internazionale per il giornalismo, la Freedom House (Fh) e la Fondazione Konrad Adenauer.

Il giro di vite è scattato il 29 dicembre 2011, con la perquisizione di 17 uffici di organizzazioni internazionali e locali, tra cui quelli dell’Ind, dell’Iir, della Fh, del Centro arabo per l’indipendenza del potere giudiziario e delle professioni legali e dell’Osservatorio sul bilancio e sui diritti umani. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati documenti, libri contabili, computer e denaro. Gli ingressi sono poi stati sigillati.

L’indagine, tuttora in corso, pare essere stata ispirata dalla ministra della Pianificazione e della Cooperazione internazionale, Fayza Abul-Naga e partire da lontano. Infatti, sebbene a novembre le autorità avessero invitato le organizzazioni internazionali a monitorare lo svolgimento delle elezioni, già a settembre un quotidiano aveva rivelato che il governo aveva le prove della mancata registrazione di 39 Ong e dell’irregolare ricevimento di fondi dall’estero da parte di 28 Ong.

A gennaio, il governo ha annunciato che la legge del 2002 sarebbe stata presto sostituita da un nuovo provvedimento, subito criticato dalle Ong. Il testo all’esame del parlamento darebbe ancora maggiori poteri alle autorità, tra cui quello di stabilire se le attività delle Ong sono accettabili rispetto ‘alla minaccia all’unità nazionale, alla violazione dell’ordine pubblico e della morale o all’assunzione di posizioni discriminatorie’. Inoltre, la proposta di legge mantiene rigide limitazioni al ricevimento di finanziamenti dall’estero e alla libertà d’azione delle Ong straniere nel paese.