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Nove prigionieri, tra cui un uomo di 82 anni, sono stati messi a morte il 26 aprile in Egitto, durante il mese sacro di Ramadan.
I nove prigionieri erano stati giudicati colpevoli dell’uccisione di nove agenti di polizia durante l’attacco dell’agosto 2013 al commissariato di Kerdasa.
Eseguendo queste condanne a morte durante il mese sacro di Ramadan, le autorità egiziane hanno confermato l’intenzione di dare spietatamente seguito all’escalation nell’uso della pena capitale, che nel 2020 ha visto triplicate le esecuzioni rispetto al 2019. Secondo il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel 2020, l’Egitto è al terzo posto nel mondo per numero di esecuzioni.
Le nove eseguite il 26 aprile facevano parte di un gruppo iniziale di 183 condanne a morte emesse nel dicembre 2014 dal tribunale di Giza. Un nuovo processo, celebrato nel luglio 2017, aveva confermato 20 condanne a morte, rese definitive nel settembre 2018 dalla Corte di cassazione.
Altri tre prigionieri condannati nello stesso processo erano stati messi a morte nell’ottobre 2020.