Egitto, prigioniero di coscienza rischia sei anni di carcere

17 Ottobre 2012

Tempo di lettura stimato: 4'

Alber Saber Ayad, attivista nella rivolta del 2011, è agli arresti e attualmente sotto processo per l’accusa di ‘diffamazione della religione’, rischia una condanna a sei anni di carcere oltre a una multa di 500 sterline egiziane.

Alber Saber Ayad è stato arrestato il 13 settembre al Cairo, il giorno dopo che un gruppo di uomini inferociti avevano circondato la sua abitazione e tentato di entrare, chiedendo la sua morte, accusandolo di eresia e ateismo e di aver promosso il video ‘L’innocenza dei musulmani’, ritenuto da molti offensivo.

Kariman Masihah Ghali, la madre di Alber Saber Ayad, ha chiesto protezione alla polizia ma quando, 24 ore dopo, gli agenti sono finalmente arrivati, questi hanno arrestato Alber Saber Ayad e sequestrato il suo computer e i suoi video. La donna ha riferito di essere stata interrogata sulla sua fede religiosa e sul suo pensiero riguardo al Cristianesimo e all’Islam. Quando ha risposto che sarebbe stata giudicata solo da  Dio, il procuratore che la interrogava ha ordinato di registrare che si era rifiutata di dare una risposta.

Alber Saber Ayad è accusato di ‘diffamazione del Cristianesimo e dell’Islam’, di ‘insulto alla divinità’ e di ‘fare satira su riti religiosi, santi e profeti’, sulla base degli articoli 98 (f), 160 e 161 del codice penale egiziano.

Alber Saber Ayad ha detto ai suoi avvocati che durante la detenzione un dirigente del carcere di El Marg ha incitato altri prigionieri ad attaccarlo. Questi  hanno colpito Alber Saber Ayad con un rasoio e gli hanno inferto un taglio lungo il collo. Trasferito in un’altra cella, è stato aggredito da altri 20 prigionieri che lo hanno costretto a restare in piedi tutta la notte.

I suoi avvocati temono per la sua vita sia in carcere che fuori, nel caso in cui sia rilasciato. La madre e la sorella sono state minacciate e costrette a lasciare la loro abitazione, circondata da una folla infuriata.

‘Alber Saber Ayad è un prigioniero di coscienza, detenuto soltanto per aver pacificamente esercitato il suo diritto alla libertà di espressione e deve essere liberato subito  e incondizionatamente’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

‘La critica alle religioni è una componente vitale del diritto alla libertà di espressione. Le leggi che la criminalizzano, come quelle riguardanti la blasfemia, violano i diritti umani. Critica, insulti o scherno non interferiscono con il diritto dell’individuo alla libertà di credo religioso, per quanto offensivi possano essere’ – ha aggiunto Sahraoui.

‘In Egitto, molte altre persone come Alber Saber Ayad vengono perseguite per blasfemia. Questi casi costituiscono un pericoloso precedente per il grado di tolleranza delle autorità verso la libertà d’espressione. Le autorità devono abolire la disposizione contro la blasfemia nella legge egiziana, sempre più utilizzata per sopprimere la legittima libertà di espressione e rilasciare tutti i prigionieri di coscienza’ – ha sottolineato Sahraoui.

Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di intraprendere un’indagine approfondita, indipendente e imparziale sul trattamento ricevuto da Alber Saber Ayad in carcere e assicurarne i responsabili alla giustizia. L’organizzazione per i diritti umani ha inoltre chiesto che l’uomo e i suoi familiari siano protetti da future persecuzioni e minacce.