Egitto, trattamento inumano e crudele in carcere per il difensore dei diritti umani Gasser Abdel-Razak

24 Novembre 2020

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Amnesty International si è dichiarata oltraggiata per il crudele e inumano trattamento volutamente inflitto in carcere a Gasser Abdel-Razak, direttore generale dell’Iniziativa egiziana per i diritti della persona (Eipr), arrestato il 20 novembre al Cairo.

Gasser Abdel-Razak, uno dei più importanti difensori dei diritti umani in Egitto, è stato trasferito nella prigione di Tora e posto in isolamento, in una cella gelida, senza ricevere vestiti caldi né un materasso. Gli sono stati confiscati denaro e oggetti personali e gli è stato impedito di uscire dalla cella per fare esercizio fisico o per comprare qualche genere di prima necessità dallo spaccio interno. Inoltre, è stato completamente rasato, un atto inusuale nei confronti dei detenuti in attesa di giudizio che conferma l’atteggiamento persecutorio delle autorità egiziane nei suoi confronti.

Il 23 novembre, Gasser Abdel-Razak è comparso di fronte a un magistrato della Procura suprema per la sicurezza dello stato per rispondere a un interrogatorio.

L’Eipr documenta e contrasta da 18 anni le violazioni dei diritti umani in Egitto e i suoi dirigenti ora ne stanno pagando un durissimo prezzo“, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e sull’Africa del Nord di Amnesty International.

Lo stesso giorno, le autorità giudiziarie hanno aggiunto alla “lista dei terroristi”, con validità di cinque anni, il fondatore del Centro “Adalah” per i diritti e le libertà Mohamed al-Baqer, l’attivista e blogger Alaa Abdelfattah e alcuni esponenti politici di opposizione, senza incriminarli formalmente di alcun reato e senza dar loro la possibilità di contestare le presunte prove.

Le autorità egiziane usano regolarmente infondate accuse di “terrorismo” per imprigionare difensori dei diritti umani e tenerli in carcere senza processo, rinnovando via via la detenzione preventiva: è ciò che succede da oltre nove mesi allo studente dell’università di Bologna ed ex collaboratore dell’Eipr Patrick Zaki, e che potrebbe succedere anche a Karim Ennarah e Mohamed Basheer, altri due dirigenti dell’Eipr arrestati tra il 15 e il 19 novembre come atto di rappresaglia per aver incontrato, insieme a Gasser Abdel-Razek, una delegazione di rappresentanti diplomatici di stati occidentali.