Elezioni in Tunisia: manifesto in 10 punti per le riforme nel campo dei diritti umani

27 Settembre 2011

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A un mese dalle storiche, prime elezioni dalla caduta dell’ex presidente Ben Ali, Amnesty International ha presentato a tutti i candidati e a tutte le candidate un manifesto in 10 punti per le riforme nel campo dei diritti umani, invitando a sottoscriverlo come prova della serietà del loro impegno.

‘Nove mesi dopo le dimissioni dell’ex presidente Ben Ali, molti tunisini hanno scarsa fiducia nella possibilità che le autorità diano loro giustizia, dignità e istituzioni credibili’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

‘Le prossime elezioni sono un’opportunità per i partiti politici di rispettare le promesse fatte e di passare dalla retorica all’azione concreta in favore dei diritti umani e dello stato di diritto. Solo in questo modo potrà interrompersi il ciclo di violazioni dei diritti umani che alimentò le proteste di dicembre e gennaio’.

I 10 impegni contenuti nel manifesto sono:

1. Porre sotto controllo le forze di sicurezza
Occorre un riesame completo di tutte le forze di polizia e di altri organismi incaricati del rispetto della legge. La loro struttura e la loro catena di comando dovranno essere rese pubbliche e dovrà essere istituito un organismo di monitoraggio che esamini in modo indipendente e imparziale le denunce di abusi.

2. Combattere la tortura e gli altri maltrattamenti
Tutti i pubblici ufficiali che si occupano di arresti, detenzioni e interrogatori dovranno sapere che la tortura e gli altri maltrattamenti non saranno tollerati. Tutti i luoghi di detenzione dovranno essere sottoposti a ispezioni regolari, indipendenti, senza preavviso e senza restrizioni.

3. Chiedere la fine della detenzione incommunicado
Le persone detenute dovranno avere accesso regolarmente e senza ritardo, sia per legge che nella pratica, al mondo esterno. Tale accesso dovrà riguardare familiari, avvocati di propria scelta e visite mediche indipendenti.

4. Rispettare i diritti alla libertà di riunione, associazione ed espressione
Le leggi che criminalizzano il pacifico esercito di questi diritti (tra cui le disposizioni della Legge sulle riunioni pubbliche del 1969, la Legge sulle associazioni del 1959, il Codice penale, il Codice della stampa e la Legge antiterrorismo del 2003) dovranno essere abrogate o emendate in modo tale da essere conformi agli standard e alle norme del diritto internazionale.

5. Riformare il sistema giudiziario
L’indipendenza del sistema giudiziario dovrà essere rispettata nella legge e nella pratica. Chiunque sia accusato di un reato dovrà ricevere un processo equo da parte di un tribunale competente, indipendente e imparziale istituito dalla legge, in cui i diritti della difesa dovranno essere pienamente tutelati. Imputati civili non potranno essere processati dai tribunali militari.

6. Indagare sulle violazioni del passato
Dovrà essere aperta un’inchiesta indipendente, approfondita e imparziale sulle violazioni dei diritti umani commesse durante la presidenza di Ben Ali. L’inchiesta dovrà fare raccomandazioni per prevenire future violazioni e dovrà fornire verità, giustizia e riparazione alle vittime.

7. Realizzare i diritti economici, sociali e culturali per tutti
Non dovrà esservi alcuna discriminazione nell’accesso ai servizi pubblici essenziali, come l’acqua, i servizi igienici e le cure mediche. I diritti dei lavoratori e le libertà sindacali dovranno essere rispettati.

8. Porre fine alla discriminazione
Le disposizioni di legge che discriminano per motivi di razza, colore, religione, etnia, nascita, sesso, orientamento sessuale, identità di genere, opinione politica o di altra natura, origine sociale o nazionale, proprietà o altro status, dovranno essere abrogate o emendate in modo tale da essere conformi agli standard e alle norme del diritto internazionale.

9. Porre fine alla violenza contro le donne
Dovrà essere adottata una legge sulla violenza le donne, compresa la violenza domestica e lo stupro coniugale. Dovranno essere aboliti gli articoli 218, 227bis e 239 del Codice penale, che prevedono la fine del procedimento o l’annullamento della pena nel caso in cui la sposa aggredita dal marito ritiri la denuncia o quando l’aggressore sposi la vittima dopo averla stuprata o rapita.

10. Abolire la pena di morte
Dovrà essere mantenuta la moratoria sulle esecuzioni in attesa dell’abolizione della pena di morte.

 

FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma, 27 settembre 2011

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