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Nel corso della protesta organizzata il 21 marzo in diverse prigioni della Colombia per chiedere misure efficaci di contrasto alla diffusione del Covid-19, nel carcere di media sicurezza “La Modelo” della capitale Bogotá vi sono stati almeno 23 morti e 83 feriti.
“La situazione delle persone private della libertà personale è precaria in tutto il continente americano. In Colombia, il sovraffollamento rende impossibile isolare le persone che potrebbero aver contratto il virus. Il limitato accesso ai servizi sanitari e ai prodotti per l’igiene, insieme alla mancanza di forniture d’acqua costanti, aumenta il pericolo d’infezione“, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
“Chiediamo al governo colombiano di attuare immediatamente una strategia per prevenire il contagio da Covid-19 tra la popolazione carceraria, prendendo anche in seria ipotesi il rilascio di tutte le persone in detenzione preventiva e la libertà condizionata per i prigionieri a rischio“, ha aggiunto Guevara-Rosas.
“Inoltre, sollecitiamo un’indagine indipendente, esaustiva e imparziale sull’uso della forza durante la rivolta, affinché si conoscano le ragioni per cui vi sono stati così tanti morti e feriti“, ha concluso Guevara-Rosas.
Secondo il Difensore civico della Colombia, la percentuale di sovraffollamento delle prigioni del paese supera il 50 per cento.
Nei 134 istituti di pena del paese si trovano 121.670 detenuti a fronte di una capienza massima di 80.763.