Etiopia, il partito al potere ottiene il 100 per cento dei voti. Ma c’è un problema di diritti umani

22 Giugno 2015

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Il Fronte rivoluzionario del popolo etiopico ha dichiarato di aver vinto le elezioni col 100 per cento dei voti e la conquista, insieme ai partiti alleati, di 546 dei 547 seggi in parlamento. Il risultato ha migliorato quello del 2010, quando il partito al potere aveva ottenuto il 99,6 per cento dei voti. La campagna elettorale è stata segnalata da violazioni dei diritti umani nei confronti dell’opposizione.

Il 15 giugno a Dembre-Markos è stato ritrovato il corpo di Samuel Aweke, candidato del partito Samayawi. Pochi giorni prima, aveva scritto un articolo sul quotidiano del partito in cui aveva criticato l’operato della polizia e delle forze di sicurezza durante la campagna elettorale.
Il giorno dopo Tadesse Abraha, leader del partito Arena/Medrek per la regione del Tigrai occidentale, è morto d’infarto dopo essere stato aggredito da sconosciuti. Il 19 giugno un altro esponente di Medrek, Berhany Erabu, è stato trovato morto nei pressi di un fiume nel distretto di Soro Woreda. Il giorno prima era stato arrestato nella sua abitazione da due agenti di polizia. Oltre 500 esponenti del Forum per l’unità democratica federale/Medrek (una coalizione di partiti di opposizione, tra cui il Congresso federalista oromo) sono stati arrestati ai seggi elettorali nella regione di Oromia: due sono stati uccisi, sei hanno riportato ferite da armi da fuoco e 46 sono stati picchiati.

Amnesty International ha denunciato l’operato della Commissione elettorale nazionale dell’Etiopia e della Missione di osservatori sulle elezioni dell’Unione africana, che non hanno indagato né riferito adeguatamente sulle violazioni dei diritti umani occorse prima, durante e dopo le violazioni.