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Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto, intitolato ‘Sulle strade d’America: violazioni dei diritti umani a Ferguson‘, in cui dà conto delle conclusioni della missione di osservatori inviata in Missouri all’indomani dell’uccisione di Michael Brown, un ragazzo di 18 anni privo di armi. Dal 14 al 22 agosto, la missione di Amnesty International ha monitorato le proteste e la risposta delle forze di polizia. Il rapporto di Amnesty International presenta inoltre una serie di raccomandazioni da attuare rispetto all’uso della forza da parte della polizia e alla gestione delle proteste.
‘Quello che Amnesty International ha verificato in Missouri evidenzia che le violazioni dei diritti umani non si verificano solo oltre confine e oltreoceano’ – ha dichiarato Steven W. Hawkins, direttore generale di Amnesty International Usa. ‘In qualunque parte del mondo, ognuno è titolare allo stesso modo dei diritti che gli spettano come essere umano: uno di questi è la libertà di protestare pacificamente’.
‘Mentre mi trovavo con i miei colleghi sulla West Florissant Avenue, ho visto la polizia armata fino ai denti, con dotazioni di tipo militare. Ho visto una moltitudine di persone, compresi vecchi e bambini, lottare contro gli effetti dei gas lacrimogeni. È necessario che si risponda di questo operato e occorre introdurre cambiamenti dopo l’uso di questa forza eccessiva’ – ha proseguito Hawkins.
Cosa sia successo tra Michael Brown e l’agente Darren Wilson rimane incerto, a causa di ricostruzioni contrastanti. Resta il fatto che il ragazzo era disarmato e ciò mette in discussione che l’uso della forza fosse giustificato. Le circostanze dell’uccisione devono essere chiarite con urgenza. Le indagini devono essere concluse al più presto e devono essere trasparenti, poiché questo caso è di interesse pubblico.
Il rapporto di Amnesty International sollecita l’organo legislativo del Missouri a modificare la legge Mo. Rev. Stat. § 563.046 che autorizza l’uso della forza letale, per garantire che l’uso della forza da parte dei pubblici ufficiali sia limitato ai casi in cui essa si renda necessaria per proteggere la vita.
Il rapporto inoltre descrive l’impatto prodotto dall’azione delle forze di polizia della città, della contea e dello stato e la risposta delle autorità al diritto dei cittadini di Ferguson a partecipare a manifestazioni pacifiche.
Amnesty International ha documentato tutta una serie di limitazioni adottate nei confronti dei manifestanti, come il coprifuoco, il confinamento delle proteste ad alcune aree specifiche e l’applicazione della regola dei cinque secondi, sulla base della quale non si può rimanere fermi in uno stesso posto oltre quel limite di tempo, pena l’arresto.
Il rapporto si sofferma poi sulle intimidazioni ai manifestanti, sull’impiego di pesanti dotazioni antisommossa e di armi di tipo militare e su una serie di discutibili metodi per disperdere le proteste, come i gas lacrimogeni, i proiettili di gomma e sistemi sonori a lungo raggio.
‘Occorre assumersi le responsabilità di quanto accaduto. I fatti di Ferguson hanno aperto un dibattito quanto mai necessario e auspicato da lungo tempo sul rapporto tra razza e operazioni di polizia. Questo dibattito non può interrompersi. Per ripristinare la giustizia a Ferguson e in ogni comunità colpita dalla brutalità della polizia, dobbiamo tanto documentare i soprusi commessi quanto impegnarci per impedire che si ripetano. È un cammino che richiede azioni concrete a livello locale, statale e federale’ – ha sottolineato Hawkins.
Il rapporto di Amnesty International dedica attenzione ai maltrattamenti subiti da giornalisti e osservatori. Tra il 13 agosto e il 2 ottobre, almeno 19 tra giornalisti e altri operatori dell’informazione sono stati arrestati mentre altri sono stati colpiti dai gas lacrimogeni e da pallottole di gomma. Giornalisti di Cnn, Al Jazeera America e di altre testate hanno denunciato di essere stati intimiditi o minacciati fisicamente. Analogamente, osservatori legali e per i diritti umani hanno rischiato l’arresto solo per aver svolto il loro compito.
Il rapporto di Amnesty International si conclude con una serie di raccomandazioni alle autorità locali, statali e federali riguardo l’uso della forza letale e la gestione delle proteste. L’organizzazione per i diritti umani raccomanda nuovamente al dipartimento della Giustizia di condurre un’indagine indipendente, trasparente e imparziale sulla morte di Michael Brown, di guidare una revisione delle tattiche e delle pratiche adottate in tutta la nazione dalle forze di polizia e di rendere noti i dati nazionali sull’uso delle armi da fuoco da parte di queste ultime.
Infine, il rapporto chiede al Congresso degli Usa di approvare la proposta di legge per porre fine alla militarizzazione delle forze di polizia.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 24 ottobre 2014
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