Al cinema la storia di “Sofia”: una giovane donna che affronta con coraggio la vita

19 Marzo 2019

Tempo di lettura stimato: 3'

Dal 14 marzo, nelle sale cinematografiche italiane viene proiettato il film “Sofia”, primo lungometraggio di Meryem Benm’Barekofia con il patrocinio di Amnesty International e distribuito da Cineclub Internazionale Distribuzione.

In Marocco è in vigore un codice penale che prevede da un mese a un anno di reclusione per le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio, ciò nonostante 150 donne ogni giorno partoriscono al di fuori dal legame matrimoniale.

Da questo paradosso e dal dramma che ne deriva nasce il questa meravigliosa pellicola premiata a Cannes per la sceneggiatura nella sezione “Un Certain Regard“.

Pur essendo marocchina per ambientazione della storia, la descrizione delle classi sociali è universale: l’universalità del tema che emerge dal film attiene alle disuguaglianze tra le classi sociali.

Il film

Sofia, vent’anni, vive in centro a Casablanca con i suoi genitori (Zineb e Faouzi, interpretati da Nadia Niazi e Faouzi Bensaïdi). È un po’ sgraziata e introversa, e non le deve essere facile confrontarsi con la personalità della zia Leila (Lubna Azabal), della madre, e ancor più della cugina Lena (Sarah Perles), che è svelta d’intuito e disinvolta. Quest’ultima ha il padre francese – Jean-Luc, fuori campo per tutto il film, ma dalla forte influenza – vive ad Anfa in una casa spettacolare sull’oceano, e se non bastasse è una brillante specializzanda in oncologia.

Durante un pranzo di famiglia (presente anche una coppia di imprenditori agricoli francesi che trattano un affare con i genitori e gli zii), Sofia ha violenti crampi allo stomaco. Per Lena, che viene in suo aiuto, è presto chiaro che la cugina è incinta, e che lei per prima ha ignorato i sintomi della gravidanza.

Usando come scusa la necessità di recarsi in farmacia, Lena prende l’iniziativa di portare Sofia all’ospedale: grazie alle sue conoscenze, riesce a farla entrare e qui dà alla luce il bambino, fuori dal matrimonio, quindi illegalmente.

Da questo momento, Sofia (con un volto che ne rivela tutta la stanchezza e la confusione) ha 24 ore per risolvere un grosso problema: sposarsi per non infrangere la legge.

Sofia è un film assai acuto e per niente scontato. Un film efficace nel raccontarci e dipanare davanti ai nostri occhi una storia spiazzante.