Firme e matite all’Ambasciata messicana

17 Maggio 2015

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Una delegazione di Amnesty International Italia, guidata dal direttore generale Gianni Rufini, ha incontrato il 18 maggio 2015  S.E. Sig. Miguel Ruiz Cabanas Izquierdo, ambasciatore del Messico in Italia. La delegazione ha consegnato all’ambasciatore le 7000 firme dell’appello ‘Messico: giustizia per i 43 studenti uccisi a Iguala raccolte sul sito dell’associazione, raccomandando al governo messicano di adottare tutte le misure efficaci disponibili al fine di stabilire il luogo in cui i 43 studenti si trovino, garantire un’indagine completa, tempestiva e imparziale su tutte le violazioni dei diritti umani commesse in questo caso e  assicurare che i responsabili siano portati davanti alla giustizia.

Tra questi ultimi dovrebbero figurare anche tutti i funzionari statali e federali che hanno fallito ripetutamente nell’indagare sui precedenti rapporti di collusione tra funzionari pubblici locale e bande criminali a Iguala. Sono state inoltre consegnate 503 matite con i nomi dei 43 studenti scritti su un fiocchetto allegato a ciascuna di esse.

Durante l’incontro sono state inoltre consegnate più di 12.000 firme raccolte sul caso di Miriam Lopez, 30 anni, madre di quattro figli, torturata e violentata da soldati messicani nel 2011. Ad oggi nessuno è stato portato avanti alla giustizia, sebbene la donna abbia identificato alcuni responsabili e complici. La delegazione di Amnesty International Italia ha ricordato che negli ultimi cinque anni migliaia di messicani hanno denunciato di essere stati torturati e maltrattati da esercito e polizia. Nella stragrande maggioranza dei casi, i responsabili non sono mai stati sottoposti a processo.

Infine, Rufini ha rappresentato la necessità che il governo messicano prenda tutte le misure necessarie a ricostruire un clima di fiducia tra le forze di sicurezza e le comunità locali, che porti avanti tutte le indagini necessarie affinché i responsabili di atti di tortura e sparizione forzata siano assicurati alla giustizia, a prescindere dal ruolo ricoperto nelle istituzioni. È fondamentale che le forze di polizia statali e federali operino entro i limiti del diritto internazionale e del diritto internazionale dei diritti umani.